Oggi per colazione: crema alle nocciole? Miele? Crema alle castagne?
Tutto MADE IN BRALLO, naturalmente: Az.Agricola Molino del Sole di Cencerate e Miele Nobile di Cristiano.

Tutto quello che non rientra nelle altre categorie
Fermo restando che I CLIENTI sono quelli che ci permettono di avere il FRIGO abbastanza PIENO e che quindi senza di loro non avrebbe senso fare il nostro lavoro, mi permetto di “spiegare” alcune situazioni-tipo che accadono spesso qui nel negozio di Brallo ad agosto:
★ “Mi piace questo articolo, ma ripasso con calma, tanto sto qui tutto il mese“. Mi spiace contraddire, ma ADESSO abbiamo la MASSIMA CONCENTRAZIONE di merce di tutto l’anno, apposta per il periodo di Ferragosto, quindi se torni (appunto, SE torni), magari dopo il 20, poi potresti NON trovare ciò che cerchi. OGNI LASCIATA E’ PERSA
★ “Avete bisogno? – No diamo un’occhiata“. Dopo un po’ “Grazie, arrivederci – Andate già via? – Si, abbiamo visto tutto“. Mi spiace contraddire, ma “vedere tutto” da fuori o semplicemente entrando in negozio è la cosa più lontana dalla realtà. Abbiamo pieno di merce di fuori, dentro, di sopra e nell’altra stanza. E magari in magazzino. Abbiamo tanti clienti che vengono durante l’anno ogni weekend e ogni volta “scoprono” articoli che NON AVEVANO MAI VISTO. Quindi vi do un consiglio: chiedete! Siamo qui apposta a vostra disposizione.
★ “Vorrei questo articolo ma non avete la mia taglia/colore – Si ce l’ho, eccolo, basta chiedere – Ah ok, allora ripasso nei prossimi giorni“. Questo è un mix delle due situazioni precedenti, vale a dire che a volte non sappiamo neanche noi che taglie/colori abbiamo (talmente tante ne abbiamo) senza cercare. Quindi, per favore, chiedi, siamo qui apposta a tua disposizione. E se trovi, accetta il consiglio: se ti piace, ti serve, sei convinto, acquista! Perchè magari tra mezz’ora l’ho già venduto. Ma forse è il problema è proprio quello: non sei convinto. In questo caso puoi dirlo tranquillamente, senza dire che “non c’è la taglia”.
★ “Ho comprato da voi questo stesso articolo 10 anni fa, ma l’ho pagato meno“. Immagino, anche io li pagavo meno. Così come pagavo meno il ristorante, la bolletta, la retta del nido, l’assicurazione, ecc.

★ “Se mi fai meno lo compro“. Io non mi permetterai mai di andare in pizzeria e dire “Se la margherita me la metti €4, la mangio“
★ “Tienimi questo articolo, che poi passo a prenderlo. Se devi venderlo… vendilo, altrimenti, tienimelo“. Poche idee, ma confuse. Purtroppo, se dovessimo tenere tutti gli articoli che i clienti ci dicono semplicemente di tenere da parte (senza lasciare acconto) dovremmo avere un magazzino apposito.
★ “Vorrei un 42 di questo modello – Provi questo 43 – No, non lo provo neanche , io ho il 42, quindi il 43 è grande”. Io sono solo 35 anni che vendo scarpe (ma magari Cinzia che ha qualche anno in più mi può confortare) e nella mia esperienza ho sempre visto che i numeri (così come le taglie) sono da prendere col beneficio del dubbio. Le cose vanno PROVATE. SEMPRE !
★ SI IL 15 AGOSTO SIAMO APERTI !!!! Ad agosto siamo aperti TUTTI I GIORNI. Sarebbe come chiedere se il 24 dicembre siamo aperti o chiusi…. No, aspetta, in effetti c’è gente che me lo chiede. Se dovessi tenere chiuso a ferragosto posso anche cambiar mestiere.
Grazie ancora a tutti i clienti, quando mi verranno in mentre altre di queste “situazioni” ve le scrivo
Ho questo libro di Valerio Gasio : TUTTO RITORNA.
Eh niente, Moneghan Island rimane sempre il mio preferito di questo autore, lì c’era un po’ di tutto di quello che mi piace: mistero, azione, enigmi.
In questo libro c’è il ritorno del personaggio di Stefano Re, il ragazzo di Voghera che aveva già risolto il mistero delle “SETTE LETTERE”, che stavolta va in trasferta in Inghilterra.

Il libro l’ho trovato un po’ lento, fino alla metà non succede niente di rilevante e l’enigma non mi ha convinto, alcuni aspetti li avevo indovinato subito, mannaggia.
Stefano in alcune parti (soprattutto quelle a Voghera) è chiaramente autobiografico, raccontando la vita in città ai tempi in cui Valerio era ragazzino, questo è un bonus per gli amanti dell’amarcord, visto che Voghera su alcuni aspetti è cambiatissima. D’altronde Valerio è un esperto degli aspetti della “Voghera che fu” e della “Voghera segreta” (cercate i suoi libri in merito)
Sono curioso di sapere quale sarà l’ambientazione del prossimo racconto: Italia? Regno Unito? O gli Stati Uniti?
Quando ero piccolo i miei genitori mi dicevano “una volta…” per poi proseguire con qualche aneddoto. Io non capivo bene a quando si riferisse la locuzione “una volta”: 5 anni prima? 10 anni? 15? 20? 30? 50?
Inoltre mi sembravano cose “fuori dal mondo“, come avere il bagno in cortile.

Ora mi ritrovo a pensare ad aneddoti della mia infanzia e mi rendo conto che se dovessi raccontarle alle nuove generazioni sembrerebbero altrettanto incredibili. Come l’autista della corriera che si fermava a Sala a bere il bianchino. O il fatto di avere il bagno senza bidet e con l’acqua calda accesa solo una volta a settimana. O che da bambino uscivo in bici con gli amichetti dopo pranzo e tornavo per cena, senza che i miei sapessero dove fossi.
Quest’anno sono 57, inutile che tingi i capelli, stai invecchiando. E a settembre Gloria fa i 18 e nozze di porcellana con Cinzia. Io ti aspetto sempre per i tuoi soliti consigli, lo sai che su tante cose chiedo a te che ne sai. E poi quel tuo modo di fare rassicura un po’ tutti.
Per il tuo compleanno non so cosa regalarti: una stecca di Marlborone o un altro cappello? No, su entrambe le cose sei difficile ed è meglio che te li compri tu.
Almeno però facciamo un brindisi, alla tua, fratello mio.

Il mondo è bello. l’Italia è bella. Ogni luogo ha una storia, degli aneddoti, delle usanze, dei costumi, dei valori, dei modi di vedere le cose.
Così come non puoi capire, né tantomeno giudicare, una persona senza averla conosciuta un po’ a fondo, lo stesso si può dire dei luoghi
Sono le persone a fare i luoghi o i luoghi sopravvivono alle persone?

L’autore non era ancora nato, in Scozia, o era troppo piccolo per ricordare bene il disastro di Chernobyl, nell’allora Unione Sovietica. Io me lo ricordo bene: avevo tredici anni. Alle elementari, nel pieno degli anni ’80 e della Guerra Fredda, si respirava un clima di paura per una possibile guerra nucleare. E noi eravamo relativamente vicini al bersaglio che era considerato la centrale di Caorso: una fuoriuscita di materiale radioattivo avrebbe contaminato anche le nostre valli.
Chernobyl ci ha messo di fronte a una nuova realtà: un incidente dall’altra parte del continente può avere conseguenze anche da noi. Si sconsigliava di mangiare frutta e verdura, di stare troppo all’aperto, e a noi ragazzini era “vietato” andar per campi e boschi.

La storia del disastro in Ucraina è sconcertante: i motivi del disastro, le decisioni prese prima, durante e dopo l’esplosione. Il libro mixa il racconto di ciò che è accaduto con la storia del viaggio nei luoghi del disastro (Chernobyl, Prypiat, i resti della centrale, Kiev, ecc).
Un tragico avvenimento del ‘900, che ha spiegato che il potere dell’uomo non è infallibile.
Ho letto questo libro, “L’archeologo” di Arthur Phillips.
Un giovane esploratore è in Egitto, circa 100 anni fa, a cercare la tomba di un re.
Un ex investigatore privato, negli anni ’50 (quindi una trentina di anni dopo) racconta lo svolgersi di indagini alla ricerca di un appassionato di egittologia
Le due storie si “intrecciano” finché alla fine del libro si scoprirà che….

Detto così sembra interessante, in realtà è un libro terribilmente LENTO, ampolloso, verboso. (Si dice verboso in italiano? In english you can say “verbose“). Io non capisco quegli autori che, in preda a delirio di scrivere tomi da mille pagine, non si accorgono che se cancellassero almeno un terzo di quello che scrivono sarebbe molto, ma molto meglio.
Matteo Colombo mi dai ragione? La scrittura è un lavoro simile alla scultura: prendi un blocco di granito, togli togli togli e infine arrivi a una grande opera. Bella, rifinita, dettagliata. E anche se non foste il Bernini, beh, sempre meglio di un masso malamente abbozzato.
Non parlatemi più di Bibione, Lignano Sabbiadoro o quei posti li. Visto, provato, grazie di tutto, a mai più rivederci.
Dopo una settimana nelle splendide spiagge della Croazia e con lo splendido mare della Croazia pensiamo bene di fermarci un giorno, giusto per fare una tappa e non stancarci troppo col rientro, a Lignano.
La prima cosa che salta all’occhio, e capiamo di essere tornati in Italia, è che sembra che abbiano recintato il mare, costruendo muretti, recinzioni, cabine, tutto il possibile per non farti vedere il mare. Come dire: se vuoi, paghi. Metodo che io ho sempre conosciuto in Liguria.
Non è che in Croazia non abbiamo pagato: la spesa, l’alloggio, il bar, l’ombrellone, acqua caffè e gelato, ma il mare no. Qui sembra che vogliamo farti pagare il mare, una sensazione bruttissima. Arriviamo al mare e…sporchissimo e pieno di mucillagine.
Proviamo a vedere se nel successivo paese di Bibione le cose sono un po’ meglio. Ci fermiamo, sono simili: immense spiagge di sabbia e mare in po’… così. Va beh ormai è tardi, parcheggiamo e prendiamo la nostra attrezzatura da spiaggia: salviettoni, giochi di Leo, creme, ecc (la maschera la lascio in macchina, tanto qui non serve). Vado alla macchinetta del parcheggio, dove c’è scritto che gli stabilimenti pagano la sosta a chi si ferma in spiaggia. Bene, ci avviamo alla cassa (è distante), dove scopriamo che è chiusa per pausa pranzo. Allora ne approfittiamo per un tramezzino al volo al bar.
Poi paghiamo il nostro bel lettinosdraiaombrellone e ci facciamo dare il biglietto per la sosta. Arrivo all’auto e trovo la multa. Biglietto fatto alle 1432 e multa fatta alle 1431. Non c’è nessun vigile in giro. Chiamo la sede.

Il signore al telefono mi spiega che il vigile ha fatto il proprio dovere. Certo, rispondo, ci mancherebbe: ha visto un’auto senza tagliando e ha fatto la multa. E allora cosa vuole da me, non capisco, risponde lui. Rispondo che, siccome c’era scritto sul parchimetro che il parcheggio era gratis per chi andava in spiaggia, sono andato a pagare l’ombrellone, non è che non avevo un euro e ottanta (costo di un’ora di parcheggio), anzi siccome uso Easypark non mi sarebbe costata nessuna fatica. E quindi? Dice lui. E quindi se possiamo fare qualcosa, mi avete fatto la multa mentre prendevo il biglietto, non lo trovo corretto. La sua risposta: faccia ricorso al prefetto.
No, cari amici di San Michele al Tagliamento, io vi do i 32 euro della multa, oltre a quelli per il lettino, (e a quelli dei panini, dei gelati, delle bibite) ma non mi vedrete mai più. AMEN. Tanto per il mare i cui ho dovuto far divertire comunque il mio bambino, ne trovo di ben ben ben ben migliori e più accoglienti.
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