(raccolta molto sparsa di pensieri)

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La centrale nucleare di Caorso

Sono nato a metà anni ’70 e sono cresciuto quindi nei favolosi anni ’80. Nei film il buono era sempre americano e il cattivo era russo. Un esempio per tutti, "Rocky 4", del 1984 se non vado errato.
Da bambino le cose le vedi in modo diverso: alcune da adulto ti sembrano meno speciali. Una di queste era l‘energia nucleare. Se ne parlava come fosse un toccasana, una grandissima invenzione dell’uomo. Una cosa nata "brutta" (con le bombe nucleari) ma utilizzata per scopi "nobili". Insomma una gran figata. Le centrali nucleari in Italia erano come i casinò: poche e quasi tutte al centro nord. C’era quella di "Trino Vercellese", che non ho mai saputo dove sia, ma ipotizzo vicino a Vercelli, quella di Latina e quella "vicino a noi", ovvero quella di Caorso (non ricordo se ce ne fossero altre). Neanche Caorso sapevo dove fosse, se non che fosse "in provincia di Piacenza" e siccome da Brallo basta fare pochi (ma pochi) chilometri per essere in quella provincia, era indubbiamente vicina

Ricordo a scuola la mia maestra, Rita (che nel tempo libero era pure mia mamma), ci raccontava preoccupata che l’energia nucleare era probabilmente un bene, ma era pericolosa. E il pericolo non era negli errori umani (Cernobyl non era ancora "successo"), ma arrivava da possibili attacchi missilistici durante una possibile "terza guerra mondiale". Non ce lo diceva in questi termini, eravamo comunque dei bambini, ma il senso, anche se edulcorato, era quello. Diceva "la Russia e l’America litigano e noi ci siamo in mezzo". Io pensavo: "ma se la Russia e l’America litigano, non possono litigare a casa loro? Devono proprio venire a litigare qui?"

Una volta avevamo letto in classe una scheda, un articolo, un nonsocosa, che riguardava proprio cosa fare in caso di emergenza nucleare. Un po’ come quei volantini tipo "cosa fare in caso di terremoto" venuti tristemente alla ribalta in questo periodo. In pratica diceva di uscire il meno possibile, non avvicinarsi alle finestre e non mangiare cibo fresco.

Un giorno la scuola ci ha portato in gita proprio alla centrale di Caorso. Queste gite erano organizzate dalla centrale stessa, per far vedere alle future generazioni come funzionava una centrale e far capire che non c’era nulla di cui preoccuparsi. Nonostante il film "The Day After", uno dei miei film preferiti che faceva vedere cosa succedeva, dopo lo sgancio di una testata nucleare a Kansas City, che a dispetto del nome non è in Kansas, ma in Missouri. Ma non divaghiamo.
Arriviamo alla centrale e ricordo che fuori c’era un bel parchetto, col laghetto e le ochette. Questa era tutta una macchinazione per far vedere che l’acqua di raffreddamento dell’impianto, una volta utilizzata e sversata nel laghetto, non era pericolosa, visto la flora e la fauna che vi erano concentrati. Poi siamo stati all’interno. Interno di che? Boh, ero piccolo, ma non stupido e ho subito capito che non eravamo nella centrale, ma in una qualche palazzina lì vicino adibita ad accogliere i visitatori. C’erano filmati, plastici, foto, poster, ecc. La vera centrale era circondato da un’alta cancellata che correva a perdita d’occhio. Ad un certo punto ci accorgiamo che la nostra maestra non c’era più. Dove era sparita? Alla toilette? Sulla corriera? Nooo, figuriamoci. La maestra Rita si era presa la briga di vedere dove finiva l’inferriata, aveva circumnavigato la centrale e….era riuscita a entrare dove non si poteva! Le guardie l’hanno vista dai monitor e sono andate subito ad acchiapparla e accompagnarla gentilmente fuori. Mitica. Solo lei poteva fare una roba simile, intrufolarsi nella centrale nucleare di Caorso. Le nostre guide hanno fatto buon viso a cattivo gioco e l’hanno lodata per l’intraprendenza, regalandole un tot di libri sulla centrale
Poi, dopo il disastro dell’Ucraina, il referendum del 1987.

1986

Nella primavera del 1986, due anni dopo quel millenovecentoottantaquattro nel quale Orwell ci prospettava l’avvento del Grande Fratello, c’era già stato un evento che aveva colpito la mia mente di ragazzino: a gennaio era esploso il Challenger. Quando ero piccolino era insieme abitudinaria e speciale l’eventualità di un lancio di un "missile" nello spazio. La luna era già stata conquistata da decenni e mi sembrava quasi preistoria, ma il lancio di navicelle spaziali era ancora un evvento carico di suggestioni a cui i media davano molta importanza. Il countdown era qualcosa di sensazionale. Quel giorno di gennaio qualcosa andò storto e lo Space Shuttle Challnger esplose. Mi pareva incredibile, non mi sembrava vero. Avevo 12 anni e certe cose non le comprendevo, andavano al di là della mia immaginazione. Il mondo era per me fatto di cose consequenziali e quindi non mi sembrava vero che potesse succede una cosa così spaventosamente straordinaria. La cosa che mi ha colpito di più, e a cui ho ripensato tante volte, era la presenza di una maestra tra l’equipaggio. Ne avevano parlato molto: un’insegnante nello spazio. Che, insieme ai suoi compagni di viaggio, è diventata di colpo polvere e fiamme.

Mi ricordo un’altra cosa del 1986: è passata la Cometa di Halley. Anche di questo ne parlarono molto. A me pareva una cosa incredibile: una cometa, come quella di cui parlano i Vangeli, quella del Natale!!!!
E poi ricordo che avevo letto su un qualche giornale che nel 1986 avrebbe visto la luce un’invenzione che mi pareva fantascientifica: il videotelefono. Ho dovuto aspettare molti anni per vederlo davvero, e mi è parso ‘na strunzata.

Ma fu appunto nella primavera del 1986 che successe qualcosa di ancora più straordinario: il disastro di Cernobyl. All’inizio la notizia passò tra le tante: in Russia (in realtà Cernobyl è in Ucraina e quindi era in Unione Sovietica) è scoppiata una centrale nucleare. L’immaginazione veniva colpita perlopiù per un motivo: in Italia avevamo qualche centrale nucleare e il terrore era quello di un qualche disastro che potesse provocare morte e disperazione. La paura più grande era quella che la Guerra Fredda si trasformasse in guerra reale, e uno degli obiettivi dei "cattivi" potesse essere proprio la distruzione di una di queste centrali. Mia mamma mi diceva sempre che se fosse successo qualcosa alla centrale di Caorso, noi saremmo stati relativamente vicini e quindi in grave pericolo. I film che giravano in quel periodo (ricordate "The Day After"?) non facevano che acuire quelle preoccupazioni.

Col passare dei giorni la notizia prese una piega ancora più inquetante: gli espertoni non avevano mai calcolato (o meglio, avevano sempre taciuto) un pericolo molto grave: che le radiazioni nucleari potessero essere trasportate dal vento. E quindi l’intera Europa era in pericolo. Non si mangiavano più frutta e verdura. Non si poteva giocare nei prati. Mettetevi nei miei panni, io abitavo in montagna!!!
Il brutto era che dovevi aver paura di qualcosa di ignoto: non si vedeva, non si sentiva. Il mondo che ci circondava sembrava uguale a prima, ma i telegiornali non smettevano di metterci in guardia. Da incubi…

Altre cose che mi ricordo di quel 1986 sono il mondiale di calcio messicano vinto da Maradona e la sua Argentina (io tifavo Germania Ovest) e la misteriosa morte di Sindona nel supercarcere di Voghera. Costui era uno strano figuro, un personaggio coinvolto in un malaffare torbido in cui erano (forse) coinvolti banchieri, mafiosi e vaticano. Roba da film. E divenne così tristemente famoso il "Caffè alla Vogherese". Un poco indigesto direi…

Che caldo nucleare

Avete caldo? O a casa vostra avete il condizionatore? E ovviamente avete il frigorifero, il televisore, il lettore dvd, la lavastoviglie, la lavatrice, il phon, il ferro da stiro, l’impianto stereo, il computer e la stampante, ecc. Insomma, consumate un bel po’ di elettricità. Come tutti insomma. Rinuncereste a queste attrezzature? No? Allora vi spiego dove sta il problema: se tutti facessero come voi (e in Italia tutti fanno come voi) ci vuole taaaaaaaanta energia, per confortare le richieste ognuno. E quale sarebbe il problema, direte voi? Il problema è che in Italia non si produce tutta questa energia. E non dimenticatevi che ancora negli anni ’70 le più grandi industrie funzionavano grazie al petrolio, mentre ora, nel 2008, il mondo gira grazie all’elettricità che alimenta reti, computer, macchinari, ecc. Quindi non è solo il consumo domestico, ma anche e soprattutto quello industriale, da tener presente.

Circa il 12% dell’energia viene importata dall’estero (ma quella prodotta in Italia utilizza combustibili fossili cmq importati). Circa il 14% viene prodotto da fonti rinnovabili. Ecco, parliamo di queste ultime: idroelettico, geotermico, fotovolatico, eolico. Sono i preferiti dagli ambientalisti, ma solo a parole. Nella pratica, quando c’è da piazzare una serie di pale per produrre energia dal vento, piovono critiche proprio dagli ambientalisti, perchè "deturpano il paesaggio". Ma allora non ci siamo capiti: o li facciamo o non li facciamo. E se non li facciamo? O non utilizziamo tutti i nostri apparecchi o… importiamo dall’estero. Dove questi finti scrupoli non se li fanno. A criticare sono tutti bravi. Io lo dico sempre che il lavoro più bello è quello di stare all’opposizione: criticare è facile, trovare soluzioni è invece molto difficile. Anche a me piacerebbe un mondo dove l’energia elettrica viene prodotta, che ne so, per magia… ma non è così. Se la vogliamo dobbiamo produrla con le centrali elettriche. E se ne consumiamo sempre di più dobbiamo produrne sempre di più.

Mi fanno ridere quelli che alzano già le barricate contro il nucleare. L’italia ahimè nel 1987 ha bandito le centrali nucleari tramite referendum. Non so se lo sapete, o vi ricordate, ma non è che ha bandito molto: l’unica forse attiva ancora nel 1987 era quella di Caorso. Il problema è che da 21 anni siamo rimasti indietro. Berlusconi dice che entro 5 anni poserà la prima pietra? Campa cavallo, saremo già indietro di 26 anni allora! Quali sarebbero i problemi? Inquinamento delle scorie? Ma allora mi piacerebbe sapere se quelli che sono contro piazzerebbero un "mulino a vento" di una centrale eolica a fianco a casa propria (io lo farei). Insomma, secondo loro, quali sono le alternative? Alternative concrete, non sperare nell’intervento divino !

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