fabiotordi

(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Il cimitero dei calzini

Sempre Marco mi ha fatto notare una cosa, che in realtà avrete notato tutti: dove diavolo finiscono i calzini? Mi spiego meglio: tu metti una coppia di calzini da lavare. Quando hai un po’ di “sporcheria” e vuoi trasformarla in “biancheria” la metti in lavatrice. E fin qui tutto bene. Il problema è quando vuoi appaiare i calzini. Rigorosamente ne troverai alcuni singoli, senza il compagno. Puoi cercarli, puoi attendere nell’attesa del prossimo carico della lavatrice, ma non c’è nulla da fare, si sono inesorabilmente dissolti nel nulla. Secondo me c’è un posto, simile al mitologico cimitero degli elefanti, dove i calzini, al termine della loro vita, vanno a trascorrere gli ultimi giorni prima di morire. Oppure un varco dimensionale che li trasporta nella dimensione delta9. Altre spiegazioni razionali non ce ne sono.

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Agosto

Mi scuso coi miei affezionati lettori, ma in questo periodo ho proprio poco tempo da dedicare al blog. E’ agosto, sono a Brallo e ho un misero collegamento tramite cellulare (che cmq è sempre molto meglio del modem 56k) e comunque al pc ci sto poco. Quindi i miei interventi saranno dilazionati….

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Corri July!

Vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere subito subito vivere vivere vivere vivere ancora ancora an-cora ancora vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere ancora ancora ancora ancora vivere vivere vi-vere vivere subito ancora ancora ancora ancora ancora vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere dunque dunque dunque dunque dunque dunque dunque vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere ancora ancora an-cora ancora ancora ancora vivere vivere dunque dunque vi-vere dunque dunque vivere ancora vivere dunque vivere ancora vivere comunque vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere vivere ancora vivere vivere ancora ancora vivere vivere vivere vivere vivere cosa cosa vivere vivere vivere vivere vivere vivere ancora vivere ancora vivere ancora vivere cosa cosa cosa vivere vivere vivere vivere vi-vere ancora vivere vivere vivere vivere vivere vivere perché.

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Amor, ch'a nullo amato amar perdona


Antonio Canova. Amore e Psiche.
Le Louvre, Paris
Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza.
I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
TI salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te…
io sì, che avrò cura di te

Franco Battiato. La Cura

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L'uovo di colombo

Tempo fa ero su al Castello Malaspina e parlando con Marco mi ha dato l’idea per qualche post. Il primo ve lo esplico subito, gli altri vedrò di implementarli prossimamente.

Il primo argomento è questo: ma dove cavolo sono i piccoli dei piccioni? Mi spiego meglio: avete presente i piccioni? Quei rompipalle di uccelli che ci ritroviamo in ogni città. Quelli che quando sei bambino li ami perchè ti diverti ad inseguirli o a dargli da mangiare, ma poi quando sei grande vorresti ucciderli tutti perchè come minimo ti scagazzano sulla macchina.

Ebbene: avete mai visto un nido di piccioni? Chi l’abbia visto alzi la mano. E soprattutto: avete mai visto dei minipiccioni? Si insomma i figli del piccione? Mai visti, in giro ci sono solo gli adulti. E quindi, dopo il mistero dei cinesi che non muoiono mai, il mistero dei piccioni che nascono adulti. Boh? Aspetta che guarda su Wikipedia…. non non dice nulla al riguardo. Beh il mistero si infittisce, se qualcuno ha delle news mi faccia sapere.

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Lettera a mia madre

Senti una cosa Ma’, cioè volevo dirti, si insomma volevo parlarti di quando ero un ragazzino. Praticamente tu mi facevi fare, cioè mi continuavi a dire certe cose e io le facevo. Insomma sto facendo un discorso incasinato, forse è meglio che ricomincio da prima. Da bambino-bambino ero scatenatissimo, ero un disgraziato della madonna, uno di qui bimbetti che vorresti mettergli le mani in faccia e dargliene tante. Capriccioso a manetta. Sai secondo me come mai, si cioè vorrei tentare una spiegazione di psicologia spicciola: siccome da piccolo ero stato sempre in giro da parenti e affini, gente che mi teneva xchè voi non avevate tempo, ma però io non è che non me ne ero accorto, voglio dire, io mica non lo sapevo, io sotto sotto volevo stare con la mia famiglia. Allora magari sono diventato così, cioè cagacazzo, magari x attirare l’attenzione. Boh non lo so ma è una mia idea, magari no, però.
Certo che è durissimo crescere un figlio, fai del tuo meglio, ma mica gli puoi aprire la testa e metterci dentro le cose giuste. Poi però sono cambiato. Io volevo parlarti di quando ero un ragazzotto, si insomma praticamente quando tipo andavo alle medie o giù di li. Tu mi dicevi un sacco di cose sul fare e non fare e diciamocelo, io + o meno ti davo retta. Cioè dai, non puoi dire di no, più o meno non puoi dire che non è così. Ma anche nelle piccole cose, per esempio mi viene in mente quando mi dicevi che io con le t-shirt stavo malissimo, che io non ero fatto x metterle (ma tu dimmi che idea del cavolo) e allora solo polo. Cavolo quando arrivavano in negozio le magliette ovviamente le + figose erano girocollo, con le stampe, mentre le polo erano più seriose. Ma io ero “convinto” di non stare bene, e non le avevo mai messe. Adesso ne avrò 3000. Vedi è una piccola cosa, ma x dire che mi convincevi proprio, del tipo se lo ha detto mia mamma allora è così. L’unica cosa dove non mi convincevi, beh si, era di studiare, di quello non me n’è mai fregato un cazzo, si capiva. E infatti alle elementari l’Andreina mi diceva: 6 1 bambino intelligente ma non studi una mazza. Alle medie la Grilli proprio si incazzava, o xlomeno si rammaricava. Si mi diceva cose del tipo: la tipa tua compagna non sa una minchia, ma quello è il suo massimo, tu magari fai anche di più, ma la tua potenzialità è evidentemente quella di fare di +, ma tu te ne fotti xchè 6 1 fancazzista e allora mi arrabbio. Cioè ma scusa, ma che discorso è, dai. E poi alle superiori solita menata: si meriti 6, ma potresti fare molto di più, che rabbia, mi dicevano. Ma voi fatevi i cazzi vostri se merito sei dammi sei e non rompere. Va beh poi è finita con la storia dell’università, ma questa è la dimostrazione che non c’è bisogno di studiare, cioè di mettersi li di brutto, x fare le scuole.
La gente è convinta di due cose sbagliate. La prima è che per fare le scuole devi NECESSARIAMENTE studiare come una bestia. Cioè mettersi li in casa, non uscire, legarsi alla sedia col libro davanti. Errore. Ogni materia, ogni esame è una sfida. Devi capire cosa vuole il professore e poi fare in modo che lui sia xsuaso che tu sappia ciò che vuole lui. Certo un metodo è quello di studiare tutto di tutto, ma secondo te io ho voglia? Ma va, se posso il libro non lo apro, se poi devo mi ci addormento sopra, navigando con la fantasia x altri mondi. Diciamo che ho sviluppato un mio sistema, magari inutile, magari poi non ho imparato una sega, però le cose mica le faccio per gli altri, le faccio x me stesso principalmente.
Un’altra cosa è che quelli che prendono titoli di studio, tipo le lauree, sono dei personaggioni, con dei testoni incredibili. Del tipo a me dicono: caspita sei laureato, chissà che intelligente. Ma dove? La laurea mica misura l’intelligenza, né la da a chi non ce l’ha. Quante bestie laureate ci sono in giro? Beh si dai. A limite uno esce con 110 e lode allora li si che puoi dire che quello è un figo, xchè comunque ha avuto una costanza e una capacità mica facili da trovare. Io fossi una ditta un tipo da centodieci lo assumo a scatola chiusa, ma non per quello che sa (magari non serve a molto, come sempre succede con le scuole) ma per la capacità che ha dimostrato, l’impegno, la voglia di fare. Allora si.
Va beh dai che cavolo sto dicendo volevo parlare di altre cose. Stavo dicendo che da ragazzino ti davo retta. Fin troppo. Ma x la carità, tutte cose giuste, a posteriori posso dire con orgoglio che molti dei valori che considero di avere me li hai insegnati tu, ma non sto parlando di queste grandi cose, sto parlando delle cazzate. Si insomma dai è normale che le madri dicano cosa fare ai figli ed è abbastanza normale e bello che i figli le seguano le direttive, ma quello che voglio dire è che adesso sono molto contento che col tempo ho capito che io magari la pensavo diversamente e me ne sono fregato. Così da una parte è andata bene anche a te perché mi sono svegliato un po’, mi sono svezzato. Beh svezzato lo sono stato da subito, da bambino avevo più libertà io di Pinocchio, ma non è quello che intendo. Beh penso che succeda a tutti, arrivi ad una certa età e pensi che tutto quello che dicono i genitori son cazzate. Ci sono periodi della vita così. Io non pensavo fossero tutte cazzate, come ripeto sulle cose importanti ti ho sempre dato ragione e ancora la pensiamo uguale lo sai. Sulle piccole cose della vita invece molto spesso la pensiamo in maniera diametralmente opposta e quindi ci scazziamo un po’. Ma è il nostro modo di fare, siamo due fiammiferi che ci accendiamo subito, ma nel giro di poco si spengono ancora.
Però appunto sono orgoglioso di me stesso x quando ho cominciato e pensare con la mia testa, a cercare di capire il mondo, i suoi meccanismi, le sue convenzioni. E il fatto che siano appunto convenzioni, alcune da seguire, altre da divertirsi a distruggere. Quando ho capito di non aver più paura di nulla, paura di quello che può pensare o dire la gente. Cioè così facendo non è che io sia uno strafigo della madonna, tuttaltro. Certo nei sogni a tutti piacerebbe esserlo, sai  tipo stile il playboy miliardario brillantissimo e precisissimo. Però, visto che tanto non riuscirei a reggere la parte, sono ultracontento di essere come sono. Di prendere la vita come viene, ma non passivamente, sempre con la curiosità di un bambino, che vuole esplorare sperimentare imparare scoprire.
E sempre con la voglia di cantare e ballare come un bambino. O come un deficiente. Non so se è un pregio o un difetto, ma anche di questo non mi frega. Mi inserisco tranquillamente nella categoria degli sfigati nella quale sono stato spesso inserito. Tanto sono in buona compagnia. Ma tanto mi piaccio abbastanza x così come sono, non ho complessi del cazzo, cerco di capire i miei limiti, di conviverci, di sfruttarli se si può e di arginarli se si deve. Beh si dai ovvio che si vorrebbe essere sempre un po’ meglio, ma tutto sommato è OK così.
Va beh insomma ma che cazzo sto scrivendo non lo so neanche io, sono qui al buio con dei fogli e una penna, non posso neanche rileggere perché non ci vedo mi bruciano gli occhi, ma mi sembra che invece che a te sto parlando a me stesso. E va beh dai vedo che comunque in ogni caso, cioè, si dai cioè mi sembra che ti vada bene, cioè che sei contenta x come sono e x quello che faccio, e la cosa ovviamente mi riempie di orgoglio, cioè le cose che io posso fare o non fare certo io le faccio x me e xchè ho voglia di farle, ma sapere che tu sei contenta è bello dai. Poi se litighiamo sulle cazzate è lo stesso, anzi va bene così se no che gusto c’è? E poi se sei contenta fai bene, tutto quello che faccio nella vita è anche perché ho sempre avuto il supporto della mia famiglia, quindi…
Cavolo basta sono quasi stufo di scrivere, al buio non sono abituato, e poi son molto più veloce con la tastiera che con la biro, ma non so che fare, mi bruciano gli occhi e non posso fare nulla, leggere, guardare la tele, usare il comp, nulla. Neanche andare all’aperto a fare un giro. Che cavolo di roba che c’ho addosso salcazzo. E allora ti scrivo nella penombra una cosa che probabilmente non si è capito una mazza di niente. Alla fine volevo solo dirti che sei OK, anche se come tutte le madri hai tentato di fare un po’ troppo la chioccia, anche se non sei proprio il tipo ma è così, ma lo stesso ti sono un po’ sfuggito, anche se poi vengo sempre a chiederti consigli. Insomma dai alla fine ci troviamo bene no? Va beh occhei finisco insolitamente in modo smielato dicendoti che ti voglio bene, non te lo dico mai e non farci l’abitudine perché non te lo dico più, non ci siamo abituati, ma però ma si ogni tanto va bene anche dirselo no? Ok ciao.

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Sarebbe bello

Sarebbe bello andare a Macao o Hong Kong x scommettere sui cavalli, anche se non ci capisco niente. Sarebbe bello inventare un software fortissimo, di quelli troppo innovativi, sarebbe bello imparare a suonare il pianoforte, per poi cantar canzoni a squarciagola, sarebbe bello stare a Praga sul Ponte Carlo ricoperto dalla neve, osservare le impronte lasciate dai piedi frettolosi dei passanti, e godersi i fiocchi che  ti scendono addosso.

E poi sarebbe bello aprire un piadineria in Viale Ceccarini (Dove? A Riccione, no?) e regalare piadine, cocacole e sorrisi ai ragazzi che sono in giro, sarebbe bello dipingere un bel quadro, di quelli così belli che quando li guardi ti ci perdi dentro come fossi Stendhal, sarebbe bello buttarsi e librare nel cielo come Patrick de Gayardon (magari con più fortuna…)

Sarebbe bello avere una casa con giardino divano ad angolo piscina veranda campo da tennis, studio supertecnologico, taverna televisore al plasma, soffitta piena di carabattole, Tuareg barbecue cane-di-nome-killer fintalibreria cucina iperattrezzata (ma quasi inutile) falciaerba tavolo da ping pong e gatto-di-nome-cagliostro, quasi in centro ma fuori dal casino, quasi fuori ma non in periferia. E con la cassetta della posta come quella di Wile E. Coyote.

Sarebbe bello stare un mese a New York, abitando in un indirizzo fighissimo tipo 45 Strada, e spianare un sacco di soldi, invece di darli a quelle sanguisughe del fisco italiano, bevendo solo champagne francese e facendo la guerra coi cuscini, facendo nuvole di piume che vanno dappertutto. Sarebbe bello stare alle pendici di Cima Colletta verso l’undici di agosto, sdraiati sulle rotoballe di fieno a guardare le stelle cadenti.

Sarebbe bello stare sempre bene, sarebbe bello aver solo pensieri belli, sarebbe bello andare in autostrada a 300 all’ora su una Lamborghini, sarebbe bello stare tutto il giorno sotto il sole oppure fare una festa con tanti amici divertenti. Sarebbe bello andare lontano lontano, magari in Kamčatka,  sarebbe bello essere il campione mondiale di Cubo di Rubik, sarebbe bello cantare Nessun Dorma di Puccini ("ed il mio bacio scioglierà il silenzio che ti fa mia") con voce di tenore.

Sarebbe bello saper fare le ombre cinesi, o muovere le marionette per far ridere i bambini. Sarebbe bello camminare per un’ora sulla spiaggia e poi scrivere il tuo nome nella sabbia, sarebbe bello essere invisibile per fare tanti scherzi. Sarebbe bello tornare al Kursaal, sarebbe bello… e già sarebbe bello. Sarebbe proprio bello.

Mi accontento di quello che ho e che sto facendo. Forse.
Ma qualcuna di queste magari la faccio.


Salvador Dalì, Il Sonno

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Eroi e Gloria

Volevo segnalarvi il blog di un mio amico, Cristian Fabbri.

Ha iniziato a postare da qualche tempo. Scrive un po’ di tutto, dalle sue riflessioni sui massimi sistemi dell’universo fino alle cronache di vita quotidiana, fino alla sue parodie satiriche, ecc. Insomma un po’ di tutto, dategli un’occhiata (troverete parecchi miei commenti…)

il link è:

http://repetitajuvant.blogspot.com

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I want to ride my bicycle

Nei giorni scorsi ho provato il mio nuovo mezzo, una bici da corsa. Beh nuovo nuovo non è, l’ho acquistata usata, poi l’ho portata in un negozio a far sistemare (freni, copertoni, camere d’aria) e a regolare per la mia altezza. Non avevo mai provato una bici da corsa, ho sempre avuto solo mountain bike. Tutti mi raccontavano mirabolanti cose su queste bici, del fatto che sono molto più leggere e pratiche, ecc. Allora mi son deciso, visto che quando sono a Voghera mi riduco a girare quasi sempre in pianura.

Vi dirò: niente male, proprio niente male. Per prima cosa elenco i difetti: il sellino è un pochettino troppo duro, ma ha una forma che è migliore di quello delle bici che avevo, Diciamo che ti fa male in un punto diverso delle "parti basse", non so se è meglio o peggio… credo meglio. E poi soprattutto la posizione che è molto più incurvata rispetto alla bici normale. Dopo un po’ avevo mal di schiena… e di collo in quanto per guardare davanti devi tenere la testa piegata in su. E poi se stai nella posizione diritta non hai le mani sui freni, questo un po’ mi inquieta.

Però viaggia molto di più, cavoli se viaggia. Quando dai una bella pedalata la senti subito, è come quando schiacci l’acceleratore di una macchina con una bella ripresa e senti la spinta. Infatti in due ore di bici ho gironzolato parecchio. Non so a che velocità andassi in quanto non gli ho ancora fatto mettere il computerino, però la prova è superata, a Voghera userò questa bici d’ora in poi. Così potrò raggiungere anche dei posti un po’ distantini e non sempre i soliti… dopo un po’ era già ora di tornare.


Berlino 2003

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Le sensazioni e i soldi

Noi viviamo di sensazioni. Cercherò di spiegarmi meglio. Cosa ti piace fare? Guardare un bel film alla tv? Quello che ti piace realmente è la sensazione di benessere, o di brivido, o di appagamento che ti da la visione del film. Ti piace mangiare il gelato amarena e limone? Stessa cosa, ti piace il gusto, la sensazione del gelato fresco che si scioglie in bocca, il profumo della frutta. E’ tutto così: leggere un libro, visitare un posto, ecc. Per esempio sei in mezzo ad un concerto. Cosa ti piace? Stai ascoltando la musica che ti piace, la stai ascoltando in una performance live, sei in mezzo a gente come te a cui piace la stessa musica, gente che è venuta li per divertirsi come te, per cantare a squarciagola, gente che senti amica perché stai condividendo un’emozione. Quindi il prezzo del biglietto non comprende solo l’ascolto della musica, ma un’insieme di emozioni. Compri un’auto nuova? Oltre al mezzo in se c’è la soddisfazione di possedere qualcosa di tuo che ti piace, il fascino della novità, l’orgoglio di averla potuta acquistare, ecc.

Ogni giorno ci nutriamo di sensazioni. Non sono date solo dagli oggetti acquistati. Ci sono le parole di un amico, gli sguardi di una mamma, le litigate col capo, i temporali, la ragazza conosciuta al bar sotto l’ufficio, le vittorie sportive, tuo cugino che diventerà padre, le foglie che si staccano dagli alberi, le spighe di grano che si piegano dal vento, ritrovare in fondo all’armadio quella camicia che ti piaceva tanto, un sms alle 4 del mattino… & so on.

Tornando agli oggetti, o meglio alle cose che si comprano, molti si fermano al semplice possesso. Compro la tal cosa perché vale il giusto prezzo. E stop. Invece anche gli acquisti possono aver un secondo significato. Una cravatta che ti piace, magari costa un po’ di più, ma ti regala soddisfazione. Un regalo vale tutti i soldi spesi, anche se per te stesso magari non li avresti spesi. Una cena romantica non ha prezzo (beh insomma, sempre se hai la Mastercard).
Certo, la situazione ottimale è quando riesci, con la minima spesa, a raggiungere il massimo della soddisfazione, ma viviamo in un mondo imperfetto. Io quando faccio qualcosa mi sento soddisfatto quando vedo che è causa di felicità, allegria, benessere. Anche se fosse solo un sorriso. Non immaginate quanto un sorriso degli altri faccia sorridere il mio cuore.
Che post stralunato e un poco assurdo oggi eh?

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The dark side

Another cold and lonley rainy day comes to an end.
I have to clear my mind before i sleep or else attend.
To close my eyes and realise there’s nothing left but light.
I need shadow I need darkness to help me through the night.

The dark side

Another cold and lonley sunday morning hurts my eyes.
Cold water hits my face only get up to se the skyes.
I race my head look up and unsupply the gods have gone.
I’m still in search for darkness so i can’t till wait till dawn.

The dark side

 

Hypertraxx – The Dark Side. Una delle canzoni techno a cui sono più affezionato. Grazie a Fil x il link

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Io speriamo che me la cavo

Mettendo a posto nei cassetti, ho ritrovato un curriculum che mi avevano presentato in negozio. L’avevo tenuto perchè era troppo forte. Non posso non metterlo sul blog, rispettando ovviamente la privacy della persona. Eccolo, in rosso i miei commenti.

Nome Xxxxxx Xxxxxxx

Indirizzo via tal dei tali (non lo metto per rispetto, ma è scritto in minuscolo e pure sbagliato!!!)

Telefono 3xxxxxxxxxx

Nazionalità Italiana

Data di nascita xx/xx/xx

Esperienza lavorativa: Nomedelnegozio (ho lavorato come stagista). Lavoro ogni sabato in piazza meardi (scritto minuscolo) a fare pulizie a 2 uffici (non si scrive mai il numero due in numero) e una scala (e un bel chi se ne frega?, ma che esperienza lavorativa è?)

Tipo di azienda o settore: Abbigliamento (ma non si trattava di pulire scale e uffici??)

Tipo di impiego Commessa

Principali mansioni e responsabilità: Di tutto con foglio allegato dietro (qui iniziamo a dare segno di problemi con l’italiano)

Istruzione e Formazione

Date (da a) Da settembre2003 (tutto attaccato) a giunio2007 (tutto attaccato e scritto sbagliato)

Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione: Istituto professionale maragliano (sempre minuscolo, povero Maragliano) come indirizzo di grafico pubblicitario per tre anni e un anno al santa chiara (sic!) come operatore/trice (ma cavolo, lo saprai se sei un operatore o un’operatrice!) commerciale delle vendite e dei trasporti.

Principali materie / abilità professionali oggetto dello studio: Al maragliano le materie di studio erano:italiano ,storia, geografia ,diritto, matematica , (gli spazi prima o dopo le virgole… a caso) grafico (grafico? che materia è grafico??!!), tecnica (si ma tecnica cosa?), professionale (ma che materia è "professionale" ?), ginnastica, religione (ah certo, tra le principali materie, maddaiiiiiiii), inglese,geometria, scienze invece al santa chiare (ok i punti e le virgole non li conosciamo, ma almeno il nome della scuola!!!): diritto, matematica, tecnica delle vendite, informatica, tecnica professionale magazzino, tecnica professionale vendite, tecnica commerciale, comunicazione specialistica, italiano, storia, geografia, vetrinistica, capacita personale (anche gli accenti le sono sconosciuti), scienze, sicurezza, inglese.

Qualifica conseguita: Per ora medie ancora un anno di studio per avere il diploma (e si vede che hai solo la licenza media, come puoi scrivere una frase così messa male in un curriculum)

Capacità e competenze relazionali: MI SO RELAZIONARE MOLTO BENE CON ALTRE PERSONE PERCHE’ (e qui siamo passati al "tutto maiscuolo", chissà il perché) SONO UNA RAGAZZA SOCIEVOLE CON TUTTI PERCHE’ AVENDO FATTO LO STAGE COME COMMESSA AL UNIVERSO MODA DEVI RELAZIONARTI CO LA GENTE E DEVI SAPER COMUNICARE PER FARTI CAPIRE DALLA GENTE (infatti io non ho capito una mazza. Per prima cosa dovrebbero abolire per legge parole inutili come "relazionare". Poi volevo farti notare che non serve essere "socievoli" per fare la commessa, non sei un cagnolino. Un’altra cosa da abolire sarebbe l’abuso del tempo gerundio. Infine un consiglio, ma cavolo rileggilo prima di stamparlo, come fai a fare tutti questi errori di battitura, è un documento importante, cosa pensa di te uno che non ti conosce e legge ‘sta roba? Non stai scrivendo un blog. Noi blogger abbiamo licenza poetica, pertanto possiamo fare tutti gli errori che vogliamo)

Capacità e competenze organizzative: nessuna (e allora potevi risparmiarti di scriverlo, no?)

Capacità e competenze tecniche: So usare molto bene il computer (a si? e io so usare il microonde)

Capacità e competenze artistiche: So disegnare discretamente essendo che ho studiato come grafico. (per fortuna che non c’è la voce: capacità di utilizzo della lingua italiana…. brividi…..)

Patente o patenti: no

 

da notare anche che in fondo alle pagine c’è scritto: "Curriculum vitae di" e basta, senza il nome. Che idolo che sei. Mi ricordi un mio amico che alle superiori riusciva a scrivere il proprio nome sbagliato nei compiti in classe.

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Ho millenovecentosettantaquattro anni

Ho fatto nuoto per almeno 3 anni. Ho lavorato come tecnico informatico per 3 anni. Ho fatto l’arbitro di calcio per 2 anni e mezzo. Scio da almeno 20 anni. Ho fatto 5 anni di ingegneria. Un anno son stato a Londra. Ho il negozio a Voghera da 11 anni. Sono abbonato a Topolino da.. cavolo da 27 anni! Ho fatto lo sviluppatore software per 4 anni. Sono andato in vacanza a Rimini per 5 anni. Ho gestito un bar per 6 anni. Sono stato a Parigi, Praga, Bruxelles, Barcellona, Budapest, Oslo, Amsterdam, Vienna, Bratislava, Berlino. Ho avuto un negozietto a Brallo per almeno 4 anni. Ho fatto 5 anni di università ad Economia. Ho un nipote che ha 9 anni meno di me, ho una sorella con 9 anni più di me, ho un fratello con 19 anni più di me. Faccio spinning da 3 anni, Ho fatto il corso di balli caraibici per due anni e mezzo. Ho giocato a tennis per 4 anni. Sopporto me stesso da 34 anni. Sono interista da circa 30 anni (e questo spiega tante cose, ma spiega anche perché sono uno di quelli che non mollano mai). Ho fatto kick boxing per quasi 3 anni. Porto gli occhiali da circa 16 anni (che palle!!). Mi sono rotto un braccio e una costola a distanza di 4 anni, sempre durante i mondiali di calcio. Vado in bicicletta da tanti anni. Gestisco il sito forteweb.it da quasi 10 anni. Ho una nipotina che ha 3 anni. Ho fatto 5 splendidi anni di Ragioneria (splendidi per la classe e alcuni prof, non certo per ragioneria). Un anno ho fatto il giro della Sicilia. Sono stato in mille locali e discoteche: Gasoline, Giardinetto, Vertigo, Palace, La Scala, Milleluci, Mayerling, Maskara, Zoe, Toqueville, Rolling Stone, Kursaal, Sporting, Club House, Ombelico, Luminal, The Club, Golf, Pepe Club, Mulino della frega, Luna Rossa, Rotonde, Siglo, Killer Plastic, Cafè Atlantic, Mania, Nautilus, Ynadamas, Teatrò, Slalom, e mille altre di cui non ricordo il nome. Ho fatto il corso di arbitro di pallavolo. Ho fatto 4 capodanni a Genova. Ho un blog da 3 anni. Da neanche un anno ho imparato a giocare a biliardo all’italiana (insomma so le regole, non ho detto che sono bravo… ma ho comprato la stecca!)

E vedrete quello che devo ancora fare…

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sorriso a 200.000.000 di denti

Vorrei essere il raggio di sole che ogni giorno ti viene a svegliare per farti respirare e farti vivere di me. Vorrei essere la prima stella che ogni sera vedi brillare perché così i tuoi occhi sanno che ti guardo e che sono sempre con te. Vorrei essere lo specchio che ti parla e che a ogni tua domanda ti risponda che al mondo tu sei sempre la più bella.

Un bacio piccina mia. Nè grande nè piccolo, nè sfuggente, nè intenso, nè svogliato nè voglioso, nè lungo, nè appena accennato. Un bacio, un semplice bacio che però semplice non è, perchè è un bacio x te.

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Sono le 5 e tutto va bene

Ore 5 del mattino. Forse sarebbe meglio andare a dormire. O no? Allora cerco un’immagine da inserire nel blog… Ecco trovata, una di Magritte, guardacaso !!

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