fabiotordi

(raccolta molto sparsa di pensieri)

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Barosto Bocco Collistano

Tratto da “Brallo di Pregola ESTATE INVERNO” di Alessandro Disperati e Mara Vago, 2003

Barostro
Barostro si trova a 1080 metri di altitudine e dista 7 chilometri dal capoluogo, il Brallo.
A Barostro si trova  la chiesa di San Fermo che presenta una prospettiva neoclassica con un’unica navata. È stata ristrutturata nel 1984 e al suo interno si trova un altare in pietra.


La fontana di Barostro. Foto tratta dal gruppo "Barostro" su Facebook

Bocco
Il Bocco è una piccola frazione che si incontra lunga la strada 88 che dal Passo del Brallo sale a Cima Colletta.
Gli abitanti di questa località raccontano che non lontano dal borgo si dovrebbe trovare una grotta che permette di entrare all’interno del monte su cui sorge l’abitato. Una grotta che sarebbe ricca di stalattiti e stalagmiti ma che anni or sono venne fatta murare in quanto pericolosa. Si tratta peraltro di una tradizione popolare che spesso e volentieri viene rievocata quassù tanto da essere oggi considerata una leggenda.

Collistano
Collistano dista 4,5 chilometri dal Brallo. In fondo al paese si trova un’antica chiesa che da anni è stata sconsacrata e praticamente abbandonata. Da quando, cioè, divenuta scomoda e degradata, venne realizzata la nuova chiesa a Colleri.
Quando la vecchia chiesa venne sconsacrata vennero tolte dal bel campanile le campane che nel 1971, anno di costruzione del campanile di Colleri, furono sistemate su questo nuovo manufatto.

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Miss Margherita (3)

Rieccoci cari amici buongustai con la rubrica curata dalla nostra Miss Margherita, colei che sa essere dolce ma salata, a volte piccante, a volte semplice, a volte complicata. Vediamo cosa ci segnala oggi:

Al Vascello di Voghera (PV)
Pizza: succulenta
Locale: normale
Personale: ruspante
In una parola: RUSPANTE

Rossopomodoro di Pavia
Pizza: verace. L’unica pizzeria che non chiama "margherita" la margherita!
Locale: restrogusto campano
Personale: professionale
In una parola: VERACE

7 Laghi di Castelletto di Branduzzo (PV)
Pizza: semplice
Locale: sportivo con retrogusto rustico
Personale: simpatico
In una parola: SEMPLICE

Lo Scoglio di Fidenza (PR)
Pizza: insipida ma morbida
Locale: extraurbano
Personale: simpatico e cortese
In una parola: MANGIABILE

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Negozio tradizionale

Format Distributivi del settore moda abbigliamento in Italia: situazione e prospettive del piccolo punto vendita

Ventiquattresima puntata

I negozi indipendenti multimarca sono attività individuali con dimensioni variabili, conservano una quota di mercato importante nell’abbigliamento uomo e nelle calzature, mentre nell’abbigliamento donna, nello sportwear e nell’abbigliamento per bambino, i punti vendita indipendenti hanno perso quota rispetto alle catene monomarca.


Negozio tradizionale di abbigliamento da bambino

Sono caratterizzati da dimensioni contenute dei punti vendita, una gestione talvolta familiare e un assortimento di articoli poco ampio (numero contenuto di categorie merceologiche) e poco profondo (per ogni categoria la varietà è modesta).
Il dettaglio tradizionale acquista sostanzialmente in “programmato” ed è costretto ad effettuare consistenti ribassi per saldare le rimanenze.
La presenza dominante della distribuzione specializzata tradizionale può essere spiegata anche col maggior valore assegnato alla componente moda dagli italiani. La grande distribuzione non alimentare ha infatti assunto un posizionamento di convenienza ed ha progressivamente sostituito il Made in Italy con prodotti fabbricati nei paesi asiatici per contenere i costi, accettando di conseguenza di mettere in secondo piano la qualità e l’attualità del prodotto rispetto al ciclo della moda. Nell’Unione Europea, la perdita di quota dei punti vendita indipendenti è stata molto rapida.
In Italia il dettaglio tradizionale indipendente nella moda ha uno spazio di mercato consistente, ma in contrazione.
 


I negozi sono la linfa vitale di molti centri abitati

La riduzione di questo formato di punto vendita è stata contenuta e, soprattutto, è avvenuta con estrema lentezza. In particolare, la sopravvivenza e la performance del dettaglio tradizionale non sono legate allo sviluppo di forme associative (gruppi di acquisto e unioni volontarie), ma alle capacità imprenditoriali del titolare del punto vendita. Le ragioni dello scarso potenziale dell’associazionismo sono numerose e tutte legate alle specificità di un settore le cui dinamiche sono determinate dal fattore moda. Inoltre il consumatore italiano non ha ancora del tutto accettato la grande distribuzione come alternativa per gli acquisti nel settore moda.
Il successo nella competizione tra dettaglianti tradizionali non deriva tanto dal vantaggio nel costo di acquisto, ma dalla capacità di selezionare i prodotti che saranno maggiormente richiesti, nelle quantità e nelle taglie necessarie a soddisfare la domanda e in anticipo rispetto ai rivali.
Il produttore che ha successo in una data stagione perché interpreta meglio e più rapidamente dei concorrenti l’evoluzione dei gusti dei consumatori, può al contrario sperimentare un fallimento la stagione successiva. La permanente innovazione dei prodotti d’abbigliamento rende dunque instabili i rapporti di fornitura nel senso che i fornitori possono cambiare da una stagione all’altra.
Il dettagliante minimizza il rischio di magazzino riducendo la quantità acquistata su campionario.

MATRICE SWOT
Utili Pericolosi
Interni Rapporto privilegiato col cliente.
Personalizzazione della vendita.
Ubicazione nei punti di passaggio.
Dimensioni ridotte, mancanza di economie di scopo e di scala
Esterni Valore aggiunto dato al servizio del negoziante esperto Aggressività delle concorrenza della grande distribuzione da una parte e direttamente delle ditte produttrici con gli outlet

In Italia il negozio tradizionale rimane un punto cardine nel panorama della distribuzione al dettaglio, seguendo una tradizione consolidata che non si arrende all’avvento delle nuove formule distributive. I motivi sono da attribuire principalmente al rapporto che il cliente ha con il punto vendita tradizionale. È un rapporto composto da molti ingredienti: la fiducia che si assegna al venditore, la comodità per raggiungere il negozio, la competenza attribuita a chi fa quel mestiere da tempo, l’amicizia che si instaura, la simpatia del locale, eccetera. Tutto questo verrà meglio esposto nel prossimo capitolo, appositamente dedicato a questo formato distributivo.

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Piccola storia di Brallo

Tratto da “Brallo di Pregola ESTATE INVERNO” di Alessandro Disperati e Mara Vago, 2003

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Un po’ di storia

La denominazione Brallo di Pregola è alquanto recente (prima il comune si chiamava "Comune di Pregola", poi avrebbero voluto fare "Comune di Brallo", infine hanno optato per "Comune di Brallo di Pregola", ndFabio), ma la storia di questo Comune è alquanto antica; tanto è vero che Pregola era già nota all’epoca longobarda, nel X secolo, quando faceva parte del Monastero di San Colombano di Bobbio. Fu Federico Barbarossa a cedere Pregola alla famiglia dei Malaspina: rimase in possesso dei marchesi sino alla fine del feudalesimo. L’abitato antico, con castello e Chiesa, sorgeva su uno sperone roccioso sovrastante l’attuale. Le notizie religiose di Pregola risalgono addirittura a prima dell’anno 1000. La Chiesa attuale è sorta nel 1600 sulle rovine del vecchio oratorio dedicato a San Rocco. Nel XIII secolo il feudo di Pregola passò per l’appunto in mano ai Malaspina che lo tennero sino al 1789 anno in cui fu incorporato nel marchesato di Santa Margherita. La strada che da Varzi sale al Passo del Brallo fu costruita a cavallo fra il 1909 e il 1914. In passato il Comune non si trovava a Brallo bensì a Pregola. Il municipio fu trasferito nella sede attuale il 31 marzo 1958. Lo stemma del comune, che è stato studiato dall’amministrazione comunale, ricorda nel castello, l’antico fortilizio posto sulle rocce del Brallo, nella corona marchionale il possesso che sulla Terra con tale titolo ebbero i Malaspina per oltre sei secoli.

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Ferrara

Tempo fa siamo stati a Ferrara per un bel weekend. E’ stato proprio una bella gita.
Ferrara è facilmente raggiungibile in meno di due ore e mezza. E’ al confine con il Veneto, quindi è a nord dell’Emilia-Romagna, appena sotto il Po. Anticamente il Po ci passava proprio attraverso. Anzi, la città fu costruita proprio perchè un vescovo volle spostare la propria cattedra da Voghiera fino al punto in cui il Po si biforcava. Lì nacque Ferrara, il cui nome ha un’etimologia sconosciuta.
Nel medioevo fu per lungo tempo sede di una delle più famose e importanti casate nobili italiane: quella degli Este (o Estensi). E’ strano pensare come quella che era una delle capitali italiane ora è una tranquilla cittadina di provincia.

Ferrara è carina, tranquilla, girabile, godibile, pulita, interessante… Insomma il posto ideale per farci un weekend. Avevamo l’abergo in centro che più centro non si può. Anche perchè le cose più importanti della città sono praticamente tutte attaccate. A circa cento metri c’era la Piazza del Municipio da cui si raggiunge facilmente (ma va?) il Palazzo Municipale. E’ stata la prima dimora degli Este, e ha un aspetto molto medioevale. Se ti giri ti accorgi che alle spalle hai il duomo, cioè la Cattedrale di San Giorgio. Sia dentro che fuori è molto bella. A fianco si trova piazza Trentro Trieste, coi suoi caratteristici negozietti che sono praticamente nella stessa costruzione della cattedrale. Da li parte la carina via Mazzini, dove un tempo c’era il ghetto ebreo. Abbiamo trovato un barino, di cui purtroppo non ricordo il nome, che faceva dei panpizza buonissimi.

Parlando di specialità tipiche, alla sera abbiamo provato i tipicissimi cappellacci di zucca col ragù. Sono delle specie di ravioli, che abbinano il gusto dolce della zucca al salato del ragù. Certo, non da mangiare tutti i giorni, ma sono da provare.

Ritornando indietro nel tempo: al pomeriggio abbiamo visitato il Castello Estense. Molto grande, chissà per riscaldarlo! O meglio, chissà che freddo a quei tempi. Se non ho capito male non se lo sono goduti per molto tempo, perchè pare che sia stato costruito quasi alla fine della dinastia. Fateci assolutamente un giro se siete a Ferrara. Si visitano anche le prigioni, mamma mia….

Altre cose che abbiamo visto: il palazzo Schifanoia che sinceramente non merita la fama di cui gode, o meglio: non merita il prezzo del biglietto. Chiamatemi braccino corto, ma fondamentalmente c’è una sola sala (che strana allitterazione) che vale la pena di essere vista. Il palazzo dei diamanti, ma solo da fuori. E’ chiamato così per via del rivestimento di marmo a forma di diamanti. La casa di Ludovico Ariosto (è una semplice casa). In ogni caso, andateci a Ferrara, ve la consiglio !

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Commodore Computer Club

Nel 1988 sbarcai a Voghera col gommone in corriera.Un giorno passai vicino all’edicola di Piazza San Bovo e notai, tra quei pochissimi giornali di informatica (anzi "di computer" come si diceva allora) e ne vidi uno che non solo parlava del mio mitico Commodore 64, ma la cui testata era "Commodore Computer Club".

Da allora l’ho comprato regolarmente, per anni, anche quando sono passato al Commodore Amiga. C’erano i trucchi, i listati in BASIC, ecc. Lo so che sto parlando in arabo per i non addetti ai lavori, anche perchè nel frattempo la terminogia si è evoluta ed è cambiata. I "listati dei programmi" sono diventati il "codice sorgente del software", così come il programmatore è diventato lo sviluppatore
Ma non perdiamoci in chiacchiere. Dicevo di Commodore Computer Club. Che figata di giornale. Per me che fino ad allora avevo fatto quasi tutto sostanzialmente da autodidatta sembrava la bibbia. Ne leggevo ogni singola parola. I negozi di Milano (altrove praticamente non ce n’erano) che facevano inserzioni pubblicitarie negli anni li ho visitati tutti almeno una volta. Infatti, vi svelerò un segreto, Milano l’ho conosciuta un po’ così: tramite le fermate della Metro che mi portavano nei vari negozi: Supergames, Newel, 68000 e dintorni, ecc.

Tempo fa ho trovato un sito dove una serIe di pazzi nostalgici come me hanno addirittura scansionato l’intera collezione di CCC e l’hanno messa on line a disposizione di tutti, eccola

http://ready64.it/ccc/

E per caso ervate anche appassionati di videogiochi? Io si, tantissimo. Ho sempre passato le mie ore al computer dividendole in un terzo o un quarto del tempo dedicato alla programmazione e simili e il resto ai videogames. All’epoca IL giornale di videogiochi era Zzap ! (scritto proprio così, con le due z e il punto esclamativo). Anche in questo caso c’è chi ha pensato a digitalizzare tutte le copie:

http://www.zzap.it/

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Google Doodle

Sapete cosa si intende per "doodle" ? Avete presente che talvolta Google cambia la propria immagine classica (la scritta "Google") durante alcuni avvenimenti? Ecco, queste immagini vengono chiamate "doodle".

Ne hanno fatte per tutti i gusti: per Natale, halloween e robe simili. Eccone alcune:

Ne hanno fatte anche aclune "italiane". Eccole:

6 gennaio 2009 – Epifania

8 maggio 2009 – Centesimo Giro d’Italia

10 ottobre 2009 – Anniversario della nascita di Giuseppe Verdi

2 giugno 2010 – Festa della Repubblica

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Pavia in Web

E’ on line la versione internet di Pavia in Tasca, vale a dire "Pavia in Web". Ecco il link:

www.paviainweb.com

Trovererete aggiornamenti sulle notizie della provincia di Pavia, ovviamente in anteprima rispetto alla versione cartacea.

Se proprio non potete fare a meno di sfogliare il giornale e magari non lo avete trovato attraverso gli abituali canali di distribuzione, potete scaricarlo in PDF e sfogliarvelo sul vostro computer. Comodo no?

Bravo Matteo Brava redazione, ottimo lavoro, anche se non hai fatto l’articolo sui Malaspina di Pregola, cosa che non ti verrà mai perdonata…..

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Forteweb chiude

FORTEWEB

 

Dopo più di dieci anni, Forteweb chiude.
Ha poco senso ormai, nella grande rete, un sito che cerca di indicizzare i siti della provincia di Pavia. Ormai si cerca tutto con Google, ci si tiene in contatto con Facebook, si chatta, ci si telefona, ecc. Tutte cose che non c’erano quando Forteweb è nato. Grazie a tutti quelli che in questi anni lo hanno visitato, lo hanno utilizzato, lo hanno apprezzato. Grazie a quel discreto numero di persone che hanno manifestato i loro apprezzamenti, ma grazie soprattutto a quelli che lo hanno trovato utile.
E’ stata una bella avventura. Alla prossima.

Fabio

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I colori dell'autunno

L’autunno ha le sue magie. Anche se è una stagione che hai dei lati tristi, come quando guardi malinconicamente le tue magliette a maniche corte e le sposti dall’armadio sapendo che per un bel po’ non potrai più indossarle. Non sei triste solo per le magliette, ma anche e soprattutto per il freschino che non ti permette di usarle…
Quando esci al mattino e c’è freddo, e non sei ancora abituato. Sei costretto a mettere già il piumino e ti senti tutto intirizzito. Poi magari piove anche.

Però l’autunno ha le sue magie. Ha soprattutto i suoi colori. Qualche giorno fa stavo tornando da Cima Colletta verso Brallo, quando nella strada sopra Bocco una folata di vento ha fatto scendere una pioggia di foglie multicolori. Che forte, pareva di essere in un quadro. I colori dell’autunno sono i più belli, quelli che si adattano meglio ai quadri.

 

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Aneddoti 14

A volte mi capita che i clienti mi costringono a dire quello che non vorrei dire (per il fatto che non è vero!)

Esempio:

entra una signora con una borsa e mi dice:
"Vorrei una giacca per mio marito"
"Venga signora, sono di qui"
"No, ma me le faccia vedere lei"
"Si, ma se viene nel reparto giacche da uomo facciamo prima. Come la vuole? Lunga? Corta? Pesante? Leggera?"
"Eh non so, mi faccia vedere lei"

"Si ma venga nel reparto, la prego, non posso portargliele a vedere una alla volta all’ingresso. Va bene questa?"
"No, troppo liscia, a mio marito non piace liscia, la vuole trapuntata"
"Ah, ok. Venga che così le vede"
"No, no, me le faccia vedere lei"
(Santa pazienza, ma cosa le costa fare due metri in più!!!)
"Va bene questa?E’ trapuntata"
"No, ha un collo che a mio marito non piace, lo vorrei di velluto"
"Va bene questa trapuntata col collo di velluto?"
"No, è troppo lunga"
"Va bene questa col collo in velluto, corta e trapuntata?"
"No, a mio marito non piace questo colore, la vorrebbe scura, sa ha 80 anni"
"Va bene questa? Scura, collo in velluto, trapuntata, corta"
"Non va bene la taglia"
"Va bene questa? Blu, di marca, trapuntata, taglia giusta, collo in velluto"
"Troppo corta"
"Idem come sopra ma nè troppo lung nè troppo corta?"
"Costa troppo"
"Ma signora, venga a vedere lei, ho un reparto di giacche da uomo, così la sceglie lei"
"No, no, c’am la daga lù" (traduz: me la dia lei)
"Ma non fa prima a dirmi come la vuole anzichè dirmi come non la vuole?"
"La vorrei come questa"
e quindi estrae dalla borsa un comunissimo modello "Husky", come quelli che andavano anni fa.
"Di quelli non ne ho. Però ce li ho così, così, così, così e anche così"
"No, quelli sono modelli un po’ passati"
Mentre mi ripeto "Fabio stai calmo" penso a quello che le risponderei, e cioè
"Signora si da il caso che quello che cerca lei è un modello sorpassato, anzi proprio vecchio!!! E poi scusi ha detto che suo marito non vuole modelli moderni perchè ha 80 anni, adesso cosa vuole che le dica??"
e invece rispondo:
"Signora, io glieli ho fatti vedere tutti, adesso dia un’occhiata lei"
"Ah ho capito, allora non ne ha di giacconi. Strano, io cercavo un semplice giaccone per mio marito, pensavo che i giacconi da uomo li aveste. Ma arrivano? Se mai ripasso. Quindi non ne ha vero? Eh? Non ne ha!!!"
e io mi arrendo:
"Si signora, ha ragione, non ne ho. Ha ragione lei. Non ho giacconi da uomo"
In realtà ne ho almeno 100 modelli diversi… semplicemente non ho quello che cerca lei. Ma il cliente ha sempre ragione… Perlomeno finchè è educato.

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La chiesa del Brallo

tratto dal sito della Pro Loco Brallo.

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Il complesso (Chiesa, Salone, Canonica) è stato realizzato dal Sacerdote Luciano Faravelli, parroco di Pregola.
Fin dall’inizio chiamò attorno a sè un "Comitato Promotore" al fine di sensibilizzare la generosità degli Enti pubblici e privati cittadini, sia locali che villeggianti, onde far fronte al notevole peso finanziario.
I lavori della nuova Chiesa ebbero inizio il 17 aprile 1961 e a conclusione l’11 luglio 1965. Sua Eccellenza Mons. Francesco Rossi, insigne benefattore, solennemente benedisse.
L’opera è stata progettata e diretta dall’Architetto Enrico Decorato di Milano e costruita dall’impresa Edile F.lli Ravetta di Brallo su sedime donato dal Comune.

Il 27 Luglio 1969 Sua Eccellenza Mons. Francesco Rossi di Tortona consacrava l’Altare dedicandolo ai SS.Pietro e Paolo e benediceva l’artistico Crocefisso. Il complesso è opera dello studio di Architettura Cagnoni-Ciampa di Milano; in sasso di Serizzo, con le sculture in metallo duro bianco di stile volumistico. Lo scultore Aldo Calvi, attraverso un simbolismo personale, ha inteso affermare l’espressività  dei valori plastici, indipendentemente dalla configurazione naturalistica dei soggetti, senza travisare il messaggio del Cristo-Amore che attraverso il Sacrificio (la Croce), si dà  a tutti (Mensa-Altare con paliotto raffigurante l’ultima cena) per mezzo della Chiesa e nella Chiesa (per questa la figura di S. Pietro: dalla sua origine, pescatore, vele di barca alla sua elezione le chiavi)

Successivamente è stata inserita la vetrata artistica realizzata in vetro antico soffiato legato in piombo disegnata e realizzata nel 1980 dal frate francescano Padre Costantino Ruggeri nel laboratorio del Convento della Chiesa Canepanova di Pavia.
La vetrata che riporta diversi elementi del paesaggio montano, vuole essere un canto alle bellezze del creato.

La scultura posta sul cippo davanti alla Chiesa è opera di Silverio Riva, noto pittore e scultore Vogherese nato nel 1940, docente titolare di Anatomia artistica all’Accademia delle belle Arti di Brera. Si ispirava a Sutherland e credeva in Giacometti, poi la sua attenzione di uomo di terra e di fiumi si è concentrata sul frammento di vita; tra astratto e figurativo le sue opere vogliono avere il sapore della natura. Muore a Voghera nel 1998. Il monumento a ricordo dei caduti in guerra è stato eretto il 20 Novembre 1983.

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Paperone e Paperino a Rapallo

Zio Paperone e il ritratto sottratto
Codice INDUCKS I AT 189-S 71291 (01-09-1972)
Disney/Bottaro/Bottaro/
Pubblicato su "Almanacco Topolino" 189 e "Super Almanacco Paperino" 23

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Lettera 43

Da pochi giorni è in edicola, pardon, on line, un nuovo quotidiano d’informazione: Lettera 43. Diretto da Paolo Madron, noto giornalista che ha scritto su numerose testate (Panorama, Il Sole 24 Ore, ecc.) e finanzaiato da ben 3 milioni di euro, si propone di divulgare informazione indipendente ed essere molto web oriented, vale a dire che farà largo uso di tecnologie che la carta stampata non può avere.

Ben venga una nuova testata giornalistica, la pluralità di informazioni è sempre la cosa migliore. Io prima leggevo sempre Repubblica e Corriere, ma da un (bel) po’ di tempo la versione on line del giornale fondato da Scalfari è diventata faziosa come e più della versione cartacea, e trovo noioso leggere notizie smaccatamente di parte.

Quindi auguri al nuovo giornale.

www.lettera43.it

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Miss Margherita (2)

Seconda puntata della rubrica a cura di Miss Margherita, la nostra inviata nelle pizzerie d’Italia. Vediamo oggi cosa ci propone.

Romana di Varzi (PV)
Pizza: equilibrata. Nota positiva anche per i dolci
Locale: carino con interno pseudo etnico
Personale: simpatico
In una parola: PRECISA

Zip Pepe di Rivanazzano (PV)
Pizza: troppo soffiata e risente della cottura con forno elettrico
Locale: lineare
Personale: un po’ invadanete
In una parola: INSIGNIFICANTE

La Monella di San Desiderio di Godiasco (PV)
Pizza: non male. particolare nota positiva per i dolci non solo buoni ma anche ben presentati
Locale: rustico ma con gusto
Personale: attivo
In una parola: NON MALE

Da Sergio di Bralello di Brallo (PV)
Pizza: unica nel suo genere: "su misura per la teglia"
Locale: semplice
Personale: domestico
In una parola: MISURATA

Noto che Miss Margherita non le manda certo a dire. Stavolta vedo che ha percorso tutta la Valle Staffora da cima a fondo e si è soffermata un pochino… sui dolci! Alla prossima e buon appetito!

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