fabiotordi

(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Amore in Volo

Ancora una citazione del libro di Fabio Volo (lo so, è un librettino futile, ma si vede che io e lui, forse accomunati dal nome, la pensiamo nello stesso modo in molte cose…). E infatti non sarà l’ultima, ne ho sottolineato tante
altre…qui parla di amore e relazioni.
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Pag 24:
Luca, io l’ho sempre visto fidanzato e ogni volta dice di essere innamorato; poi finisce la storia e dopo un mese è nuovamente con un’altra ragazza: o è l’uomo più fortunato della terra o è terrorizzato dall’idea di stare solo.
Secondo me quando dice “ti amo” in realtà vuol dire “ho bisogno di te”.
Non sarà insicurezza?
Incapacità di rimanere solo?
Guardandolo mi viene in mente quando ho imparato ad andare in bicicletta. Era un pomeriggio di primavera, mi ricordo che mio padre mi teneva una mano sotto la sella, dopo un po’ che pedalavo mi sono accorto che mi aveva lasciato, stavo andando da solo: avevo imparato, mio padre non mi teneva più… Appena me ne accorsi caddi a terra subito.
Secondo me Luca è così, crede di aver ancora bisogno di quella mano sotto il sellino. Ma l’amore non è questo, per lo meno non secondo me.
Io credo che chiunque non riesca a stare bene da solo non possa conoscere il vero amore; dubito sempre di chi dice “non posso vivere senza di te”. (anche perchè poi non è vero, nota di fabiotordi)
Parlo di Amore con la “A” maiuscola, parlo di Essenza, parlo di quell’amore cje io non ho mai incontrato ma che sono sicuro che esista, quell’amore in cui io credo e per il quale non sono disposto a fingere o mediare.

Pag 29:
Devo dire che a volte anch’io, quando mi piaceva qualcuna, per far colpo ho detto delle cose di me non del tutto vere, anche se nel dirle alla fine ci credevo anch’io, ma poi per reggere la parte ho dovuto sputare sangue. Ora ho imparato: non dico niente di me che non sia vero o che non possa sostenere.
Infatti sono solo.

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Le altre puntate le trovate QUI e QUI

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La solita barzelletta sui carabinieri

Ad una missione nello spazio partecipano un cane, un gatto ed un
carabiniere. Dalla base chiamano via radio:
Base chiama Apollo 3, rispondete!“.
Il cane, dopo aver messo le cuffie, risponde:
“Bau… Bau…”.
OK Apollo 3, hai posizionato il braccio meccanico per l’espulsione del satellite?“.
“Bau… Bau…”.
OK Apollo 3, hai impostato la rotta sul computer?“.
“Bau… Bau…”.
OK Apollo 3, ora passami il gatto“.
Il gatto, prendendo le cuffie dal cane, risponde:
“Miao… Miao…”.
OK hai impostato la rotta geostazionaria sul computer del satellite?“.
“Miao…Miao…”.
OK, hai fatto i rilevamenti per le analisi al rientro?“.
“Miao… Miao…”.
OK, ora passami il carabiniere“.
“Dite pure, base!”.
Hai dato da mangiare al cane e al gatto?“.
“Certo!”.
OK, ora non toccare piu’ niente, mi raccomando!“.

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E' BELLISSIMO

Cammino.

e sto bene.

Penso.

che sono fortunato.

Sono in pace col mondo.

e lui con me.

È BELLISSIMO!

I bimbi ridono,

La gente scivola via silenziosa,

Le auto rotolano roboanti verso altre mete,

Un treno fischia in lontananza,

La frenesia è scomparsa.

È un equilibrio.

ma sto BENISSIMO!

Che sensazione.

Non ho pensieri.


Commento: Anche questa scritta tanti anni fa. Ero a Pavia, era sera e faceva freddo, stavo tornando dalla Nave verso la stazione, a piedi. Stavo pensando a Cinzia, un’amica da poco volata in cielo. E mi sentivo così vivo. La fretta era scomparsa, non m’importava del treno, di tornare a casa, non mi importava del freddo. Quando sono arrivato su un ponticello di metallo mi sono alzato una manica e ho appoggiato il braccio sulla balaustra bagnata e gelida. Sentivo freddo, ero vivo, provavo sensazioni, ed ero felice di questo. Tutto qui. Ciao Cinzia.

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Il silenzio

Il silenzio

Attorno a me c’è silenzio.
Talvolta lo amo.
Interessante prerogativa della solitudine il silenzio.
A volte non lo sopporto
e mi ritrovo a odiare maledettamente il silenzio sotto ogni sua forma.
Il silenzio del sole che sorge e tramonta.
Il silenzio di un battito d’ali di una farfalla.
Il silenzio dello sguardo di un cane abbandonato.
Odio il silenzio,
lo odio come la mia vita
che silenziosamente se ne va, come è trascorsa
in silenzio.

Commento: un tizio mi ha mandato questa poesia, io gli ho dato due ritocchini e abbiamo deciso di pubblicarla come “Autore ignoto”.

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Patente

Ho letto che il ministro Bianchi vuole introdurre nuove norme che renderanno più difficile ai neopatentati poter usare macchine potenti. Lodevole iniziativa, ma io in aggiunta avrei altre idee.

Per prima cosa farei fare un po’ di scuola guida anche a chi la patente l’ha presa da tanti anni, perchè molte volte si hanno cattive abitudini, si dimenticano le cose, e non si è aggiornati sulle nuove norme. Quindi una specie di “corso di aggiornamento”.

E poi pensavo ad un’altra cosa: cosa ti insegnano a scuola guida? Semplice: tutto quello che devi fare per guidare bene. Stop. E qui, secondo me, manca una importantissima parte: cosa fare quando stai guidando male. Mi spiego meglio: non ti spiegano cosa fare quando la macchina sbanda; quando devi ridurre la velocità in poco spazio; quando c’è la neve, la nebbia…

Dovrebbero mostrare che è pericoloso guidare forte in città, perchè un bambino in bicicletta potrebbe sempre uscirea di colpo. Dovrebbero far provare a “tenere” una macchina in acquaplannig, ecc. Altrimenti se di queste cose non si parla o non si fa pratica, quando si presentano il guidatore non sa come comportarsi.

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Freddy vs Jason & We were soldiers

Ieri, dopo il funambolico capodanno a Bologna, ho fatto il bravo e me ne sono stato in casa a leggere, navigare e guardare film. Ho visto prima Freddy vs Jason, saga finale della serie Nightmare e Venerdì 13. Inutile nascondere che io tifavo per Fred Kruger, che è uno dei personaggi comici che ho più amato nella mia adolescenza. Quante volte io e Matteo andavamo al bar, specialmente d’estae, quando in seconda serata davano su Italia1 tutti quei film pseudo-horror che a noi facevano pisciare dalle risate. Freddy è un idolo. Jason invece se ne sta li zitto zitto, non è per niente simpatico. Alla fine di questo film non c’è un vincitore tra i due… com’era ovvio immaginare. E’ un film senza pretese, di quelli da guardare d’estate, su Italia1, alle undici di sera….

Poi mi sono guardato We Were Soldiers, con Mel Gibson. Storia di guerra, nel Vietnam, tratta da un libro che scrive una storia vera, quella di una battaglia tra 400 soldati americani e 2000 vietnamiti. La preparazione, la paura, il coraggio, la disperazione dei ragazzi che andavano a morire dall’altra parte del mondo. Un film ben fatto, per chi ama il genere.

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Buon 2007

Anche quest’anno voglio fare la classifica dei 10 migliori SMS ricevuti quest’anno. Quelli del 2005 li trovate cliccando QUI. Quest’anno sono peggiori dell’anno scorso, ma è colpa vostra!!! Mandatemi degli SMS!!!!
Decimo posto nella top ten per “Abbiamo perso il concerto del guccio. alberto non ce la perdonera’ mai“. Alberto in realtà è uno che Guccini lo odia e quando è venuto diciamo che si è divertito pochino… Al numero 9 troviamo “hai superato il trauma natalizio….. MF ….” messaggio di verifica della mia precaria stabilità mentale.

Ottava posizione per un amico che aveva passato une bella serata: “Sono uscito con una gnocca spaziale sono troppo il migliore!“. Settimo posto per “C’è un coglione con la maschera anti gas! Noi eravamo i primi devono morire tutti

Al sesto posto la meravogliosa bufala: “Anteprima orione: è morto fidel castro. gloria all’ultimo eroe comunista.” Alla posizione numero 5 metto un messaggio che mi ha fatto piacere ricevere, quando ero a Londra: “Saluti da tutti i mister, ma il pub senza di te non è lo stesso. Ciao a presto

Zona calda della classifica. Al quarto posto un ricordo di una serata alla discoteca Gasoline di Milano : “dove sei? Vieni nel prive’!!“. Terzo posto, medaglia d’argento per “Pirlone sei già a dormire. Il varni e il tordi“. Peccato che tordi sono io!!!!!!Posizione numero due, per il vincitore della scorsa edizione: “Per la gioia dei genovesi ieri sera shelter vs lacetera“.

Ed infine, come poteva non vincere questo sms, che predicava l’avvento del Profeta, ma in realtà si è rivelato una funesta predizione? “Mortadella ci fara’grandi!! Ti aspetto. Ciao

Buon 2007 a tutti. Divertitevi e sbattetevene di tutti gli scazzi della vita. CIAO.

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L'isola Verde

Vivere costa fatica, quando la vita è tutti i giorni uguale.
Vivere costa fatica, quando dai giorni non nasce nient’altro che male.
Ditemi come si fa, a vivere tutta la vita in questa città.
Di giorno sudore d’attrezzi, di notte cercar nelle strade le donne coi prezzi.
Arriva un mattino improvviso, una luce strana che entra da una finestra.
E sotto è sparito il cortile, c’è un’isola verde che tinge i miei occhi di festa.
Nessuno avrebbe esitato, a volare felice incontro ad un sogno così.
E l’aria riempie il palato, la terra raccoglie le ossa di un uomo impazzito.
Mi chiamano pazzo perché, ho sempre in mente di andarmene dalla città.
Di andarmene a vivere là, nell’isola verde della mia felicità.
Laggiù mi aspetta Maria, la donna che ho sempre sognato e non è stata mia.
Mi aspetta dentro una casa, piena di luci, di fiori, dipinta di rosa.
Laggiù mi aspettano giorni, pieni di sole, colore e di allegria.
Laggiù saprei dimenticare, i muri guardiani che oggi mi fan compagnia.
Ma, non vogliono ch’io viva là, nell’isola verde della mia felicità.
Vogliono che viva qui, vestito di bianco e costretto a rispondere si.

Claudio Lolli

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Spazio di Calabi-Yau (2003)

Spazio di Calabi-Yau

Mi manchi, lo griderò alle stelle.

Mi manchi, lo urlerò alla luna.

Mi manchi. Posso solo sfogarmi,

ma niente può darmi

quello che mi daresti tu.

Mi manchi, piango, e nulla più.


Commento: è primavera 2003, sarà stato aprile o maggio. Ero al Rolling Stone, discoteca di Milano, dove andavo spesso e dove dopo di allora sono andato sempre meno. Ero uscito per divertirmi, in un posto pieno di amici. L’unico posto (a parte il Giardinetto) dove potevao andare anche da solo, tanto sapevo che avrei trovato la compagnia. E il fatto strano è che è un locale di Milano, non dietro casa mia! Fatto sta che quella sera non mi diverto per niente, avevo ancora in testa una tipa. E cosi ho scritto queste poche righe. Il titolo non c’entra, come capita spesso per le cose che scrivo… se non che è una di quelle cose cervellotiche da scienziatoni, che parla di cose dello spazio-tempo (vedi QUI). E siccome io mi sentivo fuori sia dallo spazio che dal tempo, stavo male e sentivo dei gufi che volteggiavano sopra di me (insomma ero sotto di brutto)…

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Pensierino di fine anno

Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.

Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.

Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un’equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.

Fa’ una cosa ogni giorno che sei spaventato: Canta!

Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.

Lavati i denti.

Non perdere tempo con l’invidia:
a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.

Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa…

Conserva tutte le vecchie lettere d’amore
butta i vecchi estratti-conto.

Rilassati!

Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.

Prendi molto calcio.

Sii gentile con le tue ginocchia,
quando saranno partite ti mancheranno.

Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant’anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.

Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E’ il più grande strumento che potrai mai avere.

Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.

Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.

Cerca di conoscere i tuoi genitori,
non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli,
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.

Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.

Vivi a New York per un po’, ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po’, ma lasciala prima che ti rammollisca.

Non fare pasticci con i capelli:
se no, quando avrai quarant’anni, sembreranno di un ottantacinquenne.

Sii cauto nell’accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.

Ma accetta il consiglio… per questa volta.

Big Kahuna


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Buon Natale

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Angoscia Metropolitana

E’ notte (anzi è quasi mattino, sono le 4)
Stasera, quando sono tornato a casa dal negozio, come previsto ho trovato il frigo vuoto. Così, su suggerimento di Aly, me ne sono uscito a piedi e sono andato in piazzetta Plana a prendermi un Kebab.
Così, con la mia piadina ripiena dell’impossibile e la mia lattina in mano, me ne sono andato in giro per Via Emilia.
Erano circa le otto e mezza di sera e il centro era praticamente semideserto, solo pochi frettolosi individui che cercavano di raggiungere velocemente casa per ripararsi dal freddo.

E’ quasi Natale. A me piace camminare nel freddo, se è secco e non umido. Con un bel giaccone caldo, cuffia e sciarpa. Come mi capita spesso mi piace vedere quello che succede intorno a me. Come facevo a Londra, come ho fatto tante volte in vita mia…

Passare davanti alle case e sentire dalle finestre il vociare degli abitanti. Chi è contento, chi discute, chi chiacchiera, chi ascolta la televisione. Me li immaginavo davanti ad una tavola imbandita, al riparo dal freddo pungente, contenti di essere in famiglia. E vedevo le poche persone che avevano voglia di arrivara a casa. E quelli che invece guardavano le vetrine, per farsi magari venire in mente idee per gli ultimi regalini. E quelli che ancora sostavano davanti a Marino o all’altro bar di Piazza Duomo di cui non ricordo mai il nome vociando e cercando di prolungare l’ultimo aperitivo.

Ero come una foglia mossa dal vento, senza meta, giravo col cibo caldo che mi scaldava le mani e il cuore, colla bevanda fredda che mi gelava le dita e mi scuoteva dai voli pindarici. Che bello è quasi Natale. Mancano i fiocchi di neve ma fa lo stesso, è quasi Natale.

Mi piaceva il fatto che non ero di passaggio, non ero più di fretta. La città stressata degli ultimi giorni era scomparsa, c’era la città pensosa e rilassata. Non c’era più, per una sera, la vitalità della gente che gira come le formiche da un posto all’altro, in cerca di un negozio, di un bar, di un parcheggio, di un ufficio, di una commissione da fare. L’aria fredda e l’ora tarda e le luci spente avevano scacciato questa frenesia. Quei pochi sopravvissuti non vedevano l’ora di scomparire. Rimanevo solo io, contento di essere li a mangiare il mio pasticcio di carne e verdura, in una fredda sera di dicembre, per osservare con calma le vetrine.

Che pace… Buon Natale a tutti.

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Ancora aneddoti

A grande richiesta ecco altri episodi verificatesi nel mio negozio.

Entra un tizio, guarda un completo da sci (giacca + pantalone) e mi dice:
Quanto costa questa giacca ?
“Costa solo 100Euro, ma non è una giacca, è un completo”
Ah, è un completo? Peccato, il prezzo era buono
“Beh, se vuole posso vendergli anche solo la giacca per 100Euro”
Ah si? Davvero può farlo?
((Questo è deficente!))

Entra una signora e mi dice:
Che taglia è quello in vetrina?
((Grrr… signora ho 5 vetrine!!))
“Che cosa signora?”
Ma si, quello in vetrina, no?
“In quale vetrina, cara simpatica donnetta?”
Ma si, volevo solo chiedere la taglia adesso non ho tempo di provarlo, se mi dice la taglia…
“Va bene mia piccola nonnina, ma che cosa ha visto inn vetrina? Una giacca? Una maglia? Un cappotto? CHE COSA?
Beh se non hai tempo di farmelo vedere, almeno dimmi che taglia è?
“Si ma che cosa? Senta egregia vecchina, me lo indichi con la mano!
No io intendevo quello in vetrina…
((Ok ci rinuncio, ricoveratemi al pronto soccorso per esaurimento))

Ce li avete i gilet senza maniche?
“No, ho i gilet CON LE MANICHE
A no, io li cercavo con le maniche!
((Ma pezzo di cretino, se si chiamano gilet è perchè NON HANNO LE MANICHE))

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S p e r i m e n t a z i o n e m o n o c r o m a

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Paris

PARIGI E’ PER GLI INNAMORATI E’ PER QUESTO CHE CI SONO RIMASTO POCO

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