Da quasi dua anni (cioè da quando hanno attivato il servizio nella mia città, Voghera) sono utente Fastweb. Ho fatto il contratto, è venuto l’omino a casa mia che ha svitato la presa del telefono che avevo, ha fatto uscire un cavetto che va fino ad uno scatolotto grande come un pacchetto di sigarette, fissato al muro. Questo è a sua volta collegato ad una centralina, che poi è un modem, sempre fissata al muro.
Giorni fa un amico mi raccontava che aveva aderito all’offerta di Infostrada, che funzionava molto bene. In pratica ha detto addio a Telecom e paga 10 euro al mese fino a marzo, ADSL compresa. Poi diventeranno 30 euro al mese. Ci ho pensato su, visto che io pago esattamente il doppio (60 euro al mese), perchè sono 20 euro di fisso e 40 di ADSL. Sono andato sul sito Fastweb per vedere se era una cosa complicata la procedura per cambiare operatore, ma furbescamente non c’è scritto da nessuna parte. Alla fine ho mandato un’email chiedendo "come si fa a disdire il contratto??".
Il giorno dopo mi telefona una non gentilissima signorina. Il colloquio si è svolto più o meno così:
"Come mai lei vuole andarsene?"
"Io non voglio andarmene, ho chiesto come si fa ad andarsene, è diverso!"
"Si va beh, ma perchè vorrebbe andarsene?"
"Per i costi"
"Caro signore, io non posso farle offerte più basse"
"Non ho chiesto offerte, ho chiesto come posso fara ad andarmene"
"E va beh, deve mandare una raccomandata ecc ecc, poi entro un mese le disattiviamo la linea"
"Posso avere dei tempi certi?"
"Più certi di così, le ho detto un mese!"
"A si, che bello, io un giorno torno a casa e vedo che non funziona più internet e telefono, e poi magari mi fate pagare anche il mese intero"
"No, si figuri, pagherà solo fino al giorno in cui stacchiamo la linea"
A parte il fatto che già mi ha infastidito il fatto che se gli scrivi perchè hai dei problemi non ti rispondono e invece se dici che vuoi andar via addirittura ti teleonano. E poi ho imparato che le promesse fatte dai call center raramente corrispondono a verità, vedi le mie disavventure con Tiscali.
"… e poi avrà un mese di tempo per restiruire l’attrezzatura"
"come avviene la cosa?"
"semplice, le vai in un negozio Fastweb e restituisce l’attrezzatura"
"si ma l’attrezzatura è attaccata a un muro, è venuto un omino che ha collegato tutti i fili"
"e va beh, ci saranno due viti, la smonta e la porta in negozio"
"ma scusi, per metterla viene un tecnico e per toglierla devo fare io? E se prendo la scossa?? (praticamente impossibile, ma era per vedere la sua reazione)"
"Faccia come crede, se non la restituisce le addebiatiamo 100 euro. E comunque ci sono 50 euro di penale per disdire"
E si perchè i furboni di Fastweb, ho scoperto dopo, hanno mandato assieme a una delle ultime bollette, una comunicazione dove dicevano: "Caro cliente, da adesso in avanti se disdici dovrai pagare 50 euro, se non ti va bene puoi disdire gratis entro un mese, altrimenti diamo per scontato che il tuo silenzio vale come un assenso". Capito?
Esattamente il giorno dopo la beffa: sul muro di casa mia e sulla lettera nella cassetta trovo scritto: "Abbonati a Fastweb, pagherai solo 10 euro al mese".
E no, qui qualcuno mi sta pigliando per il culo.
Allora, per fare il fracassamaroni fino in fondo ho mandato un’altra email chiedendo come mai i vecchi clienti come me venivano trattati a pesci in faccia e quelli nuovi beneficiano di cotanto sconto. Secondo voi mi hanno mai risposto???
Per finire oggi ho provato, sul sito Fastweb, a richiedere l’abbonamento on line, per vedere cosa mi dicevano. Risultato, mi dice che la mia abitazione non è ancora raggiunta dalla linea Fastweb. Siete ridicoli, non so se ridere o piangere.
All’inizio c’era la House e la Techno. La prima era più semplice, più orecchiabile e spesso cantata. La seconda era più ripetitiva, con sequenze o frasi ripetute e un più alto numero di battute al minuto. Era la mia preferita.



Si vedono sempre in giro dei bambinetti con degli zaini più grossi di loro.

Sono stato recentemente al cinema a vedere questo film,
Che fare? Il giaccone era di buona qualità, ma io l’avevo messo in mega-offerta a 20 euro (perdendoci dei soldi, ma ce l’avevo in casa da circa 3 anni !!!). Ma non erano i 20 euro che contavano, era una sfida tra me e loro: prendo la macchina e mi dirigo verso piazza Meardi. In questo modo, pensavo, non avrebbero potuto accorgersi del mio arrivo. Infatti, nei pressi della fontana vicino al Bar Cervinia, vedo un personaggio con un giaccone che avrebbe potuto essere il mio. Entro contromano in via Cavallotti (se un qualche vigile sta leggendo queste righe sappia che STO SCHERZANDO, NON E’ ASSOLUTAMENTE VERO) e pianto lì la macchina. Mi avvicino alle panchine stando rasente il muro, per non farmi notare. Vedo che il giaccone è proprio quello. Ci sono tre panchine, tutte piene di nordafricani. Piombo sul tizio e approfitto dell’effetto sorpresa per vedere la sua reazione, intimandogli con tono perentorio di restituirmi la giacca. Ho ottenuto l’effetto sperato, perchè quello prima se la toglie,e solo dopo inizia a reclamare, dicendo in uno stentato italiano che la giacca l’ha appena rubata un suo amico, ma che non sapeva fosse mia, per poi ritrattare immediatemente dopo, dicendo che si è confuso nel parlare, e che la giacca l’aveva comprata un suo amico per 20 euro, salvo accorgersi che era troppo grande per lui. Fatto sta che mi prendo la giacca, e quelli (e quelli delle panchine limitrofe) iniziano a rivolgermi domande: che negozio hai? Sei sicuro che il giaccone sia tuo? Mi dai una sigaretta? Fammi veder il giaccone? ecc. ecc. Insomma, proprio delle facce di… lamiera.
La combriccola del Visco
La Combriccola del Visco
La Combriccola del Visco
La Combriccola del Visco
E come sempre un finale imprevisto, un finale cinico che lascia il lettore, anche se abituato ai libri di Welsh come me, coinvolto e stupito e a bocca aperta. Un libro amaro, tragico, ma sempre ironico, strafottente e divertente.