Format Distributivi del settore moda abbigliamento in Italia: situazione e prospettive del piccolo punto vendita
Ventiquattresima puntata
I negozi indipendenti multimarca sono attività individuali con dimensioni variabili, conservano una quota di mercato importante nell’abbigliamento uomo e nelle calzature, mentre nell’abbigliamento donna, nello sportwear e nell’abbigliamento per bambino, i punti vendita indipendenti hanno perso quota rispetto alle catene monomarca.

Negozio tradizionale di abbigliamento da bambino
Sono caratterizzati da dimensioni contenute dei punti vendita, una gestione talvolta familiare e un assortimento di articoli poco ampio (numero contenuto di categorie merceologiche) e poco profondo (per ogni categoria la varietà è modesta).
Il dettaglio tradizionale acquista sostanzialmente in “programmato” ed è costretto ad effettuare consistenti ribassi per saldare le rimanenze.
La presenza dominante della distribuzione specializzata tradizionale può essere spiegata anche col maggior valore assegnato alla componente moda dagli italiani. La grande distribuzione non alimentare ha infatti assunto un posizionamento di convenienza ed ha progressivamente sostituito il Made in Italy con prodotti fabbricati nei paesi asiatici per contenere i costi, accettando di conseguenza di mettere in secondo piano la qualità e l’attualità del prodotto rispetto al ciclo della moda. Nell’Unione Europea, la perdita di quota dei punti vendita indipendenti è stata molto rapida.
In Italia il dettaglio tradizionale indipendente nella moda ha uno spazio di mercato consistente, ma in contrazione.

I negozi sono la linfa vitale di molti centri abitati
La riduzione di questo formato di punto vendita è stata contenuta e, soprattutto, è avvenuta con estrema lentezza. In particolare, la sopravvivenza e la performance del dettaglio tradizionale non sono legate allo sviluppo di forme associative (gruppi di acquisto e unioni volontarie), ma alle capacità imprenditoriali del titolare del punto vendita. Le ragioni dello scarso potenziale dell’associazionismo sono numerose e tutte legate alle specificità di un settore le cui dinamiche sono determinate dal fattore moda. Inoltre il consumatore italiano non ha ancora del tutto accettato la grande distribuzione come alternativa per gli acquisti nel settore moda.
Il successo nella competizione tra dettaglianti tradizionali non deriva tanto dal vantaggio nel costo di acquisto, ma dalla capacità di selezionare i prodotti che saranno maggiormente richiesti, nelle quantità e nelle taglie necessarie a soddisfare la domanda e in anticipo rispetto ai rivali.
Il produttore che ha successo in una data stagione perché interpreta meglio e più rapidamente dei concorrenti l’evoluzione dei gusti dei consumatori, può al contrario sperimentare un fallimento la stagione successiva. La permanente innovazione dei prodotti d’abbigliamento rende dunque instabili i rapporti di fornitura nel senso che i fornitori possono cambiare da una stagione all’altra.
Il dettagliante minimizza il rischio di magazzino riducendo la quantità acquistata su campionario.
| MATRICE SWOT |
Utili | Pericolosi |
| Interni | Rapporto privilegiato col cliente. Personalizzazione della vendita. Ubicazione nei punti di passaggio. |
Dimensioni ridotte, mancanza di economie di scopo e di scala |
| Esterni | Valore aggiunto dato al servizio del negoziante esperto | Aggressività delle concorrenza della grande distribuzione da una parte e direttamente delle ditte produttrici con gli outlet |
In Italia il negozio tradizionale rimane un punto cardine nel panorama della distribuzione al dettaglio, seguendo una tradizione consolidata che non si arrende all’avvento delle nuove formule distributive. I motivi sono da attribuire principalmente al rapporto che il cliente ha con il punto vendita tradizionale. È un rapporto composto da molti ingredienti: la fiducia che si assegna al venditore, la comodità per raggiungere il negozio, la competenza attribuita a chi fa quel mestiere da tempo, l’amicizia che si instaura, la simpatia del locale, eccetera. Tutto questo verrà meglio esposto nel prossimo capitolo, appositamente dedicato a questo formato distributivo.




Questo post mi attierà delle antipatie, ma devo farlo:
Tempo fa ho partecipato ad un’assemblea pubblica dell’Associazione Commercianti di Voghera. Durante la serata è venuta fuori un’idea interessante, che mi ha fatto pensare. Con tempo ci ho riflettuto e in realtà è vero: ci sono i "clienti da negozio" e i "clienti da supermercato".

Mettendo a posto nei cassetti, ho ritrovato un curriculum che mi avevano presentato in negozio. L’avevo tenuto perchè era troppo forte. Non posso non metterlo sul blog, rispettando ovviamente la privacy della persona. Eccolo,
Vale a dire: una giacca…. con le tasche quadrate. Entra dentro e dice, con una flebile voce quasi inudibile: "Salve vorrei una giacca impremeabile…. …. con…. …. …. le tasche quadrate". In pratica vuole i tasconi applicati all’esterno, non le tasche che rientrano nella giacca. Il motivo non si sa, ma a lui piace così. Il problema è che tutte le giacche che gli mostriamo non vanno mai bene: non ha il cappuccio, ha il cappuccio ma non è staccabile, è grande, non mi piace il colore, non mi piace il tessuto, ecc. Una volte ne ho trovata una che aveva tutte le caratteristiche ma… aveva la cerniera nelle tasche (quadrate) e lui poverino poteva farsi male nel mettere le mani in tasca!!!
Che dire di questa primavera inoltrata? Beh tutto abbastanza bene. Il clima sembra andare verso un piacevole caldo, con la speranza che non si trasformi in afa. Mi sono tolto il peso dell’università… anche se per ora non me ne rendo bene conto. Probabilmente me ne accorgerò quando avrò più tempo libero da dedicare a me stesso o ad altre attività. Il lavoro va abbastanza bene, dopo un 2007 in ribasso questo 2008 sembra iniziato meglio (incominciare peggio era quasi impossibile… e sarebbe stato molto preoccupante). In questi 10 anni di lavoro in negozio ho capito che le fasi sono cicliche. il 1999 era andato peggio del 1998 e il 2000 peggio del 1999. Nel 2001 c’è stata un’inversione di tendenza. E poi ho anche capito che i luoghi comuni non esistono. Una volta lavoravo tantissimo a dicembre e pochissimo a giugno. L’anno scorso invece giugno è stato uno dei mesi migliori. A volte si lavora tanto il sabato, a volte il martedì… Insomma non si possono fare previsioni, bisogna stare sempre "sul mercato", rimanere coi piedi per terra e avere in tasca sempre una buona dose di ottimismo. Eliminare i prodotti che non sono più richiesti e cercare di avere quelli che si vendono di più. A dirsi sembra facile, ma l’importante è stare in negozio e rendersi effettivamente conto di quello che la gente cerca (o che la gente compra, a volte non sono le stesse cose). La salute quest’anno va bene (facendo i dovuti scongiuri). L’amore non c’è, e questa è una mancanza per gente come me. A volte è sconfortante, a volte sono fatalista e non mi aspetto nulla dal domani. Ho sempre un mucchio di libri in arretrato da leggere, un mucchio di film da guardare. Per i telefilm ormai sono fuori dal giro, quando con gli amici si va sul discorso mi devo allontanare perchè non vedo un telefilm da almeno 7/8 anni… non so di che parlano. Non ho ancora deciso cosa fare nel futuro prossimo, quando chiudere il negozio per la pausa estiva. Non ho ancora deciso cosa fare da grande. L’altra sera ero in compagnia di amici, parecchio più giovani, che discutevano sui possibili "business" da realizzare. Mi viene in mente quando io e Matteo abbiamo passato una sera di tanti anni fa al pub di via Cernaia per discutere su un progetto che avevamo in mente: realizzare un sito internet per la vednita di prodotti tipici dell’Oltrepo, sembrava un’idea fantastica. Io avevo appena creato
Ecco le 10 buone ragioni per comprare nei negozi del quartiere: