fabiotordi

(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Rubik Mirror Block

Mi sono comprato il nuovo Cubo di Rubik. Dai non sto qui a spiegarvi cos’è un cubo di Rubik, su lo sanno tutti, no?

Dicevo… questo nuovo cubo è fatto, ovviamente, diverso da quello tradizionale. In quello tradizionale i cubetti sono tutti uguali, cambia solo il colore. E quindi il gioco sta, una volta mischiato, nel ricomporre tutte le facce col colore giusto. Di questi ne ho almeno 3 normali, più alcune versione speciali (coi simboli al posto dei colori, il "cilindro" e la "sfera").

Quello nuovo invece dei cubetti ha… come dire… aspetta che non riesco a spiegarmi bene. Insomma non sono cubi, sono dei parallelepipedi rettangoli. Cavolo ma come faccio a spiegarvi se uso ‘sti paroloni… Insomma lo scopo del gioco non è quello di mettere a posto i colori (anche perchè non ci sono colori, ogni faccetta è ricoperta da un adesivo a specchio, da cui il nome…), ma quello di mettere a posto il cubo, per fare in modo che torni ad essere un cubo. Ok, ho capito, non ci avete capito un acca. Meglio se metto delle immagini.

 

Commenti

comments

Viva Fastweb

Perchè lamentarsi sempre? Finalmente posso parlare bene di una compagnia telefonica, e allora lo faccio!!

Nei mesi scorsi ho ottenuto da Fastweb una riduzione del costo dell’abbonamento. Ovviamente mi aspettavo che la cosa partisse con la bolletta successiva, invece… mi è arrivata la bolletta dove c’è il solito importo, dal quale viene tuttavia detratto lo "sconto" che mi era stato promesso. Grandi. Grazie. Sinceramente non me lo sarei aspettato…

Commenti

comments

Sotto il municipio

Che luna che c’è.
Luna piena.
Grande.
Luna da guardare.
Luna da sognare.
Luna da cantare.
Cantare con gli occhi.
Perchè nessuno senta.
Sotto il municipio.
Mentre il vento freddo.
Spazza via anche i pensieri.
Mentre le parole.
Rotolano via.
Le ombre scivolano.
Sono solo stanotte.
Senza nulla in mano.
Senza nulla in tasca.
Ma con la musica in testa.
Sotto il municipio.
Aspettando domani.

Commenti

comments

Operatore virtuale

Ho appena visto la pubblicità di ERG Mobile, il nuovo operatore di telefonia mobile lanciato dalle pompe di benzina. Ma in Italia quanti ce ne sono?

Beh ci sono quelli tradizionali: Telecom Italia Mobile (detto TIM), Vodafone (ex Omnitel), 3 (orinariamente fondata da Tiscali, questa non la sapevate eh? E ora in mano ai cinesi) e Wind (originariamente creata da Enel e ora in mano agli egiziani).

E poi? e poi ci sono i cosiddetto "Operatori virtuali", cioè quelli che non hanno una propria rete, ma si appoggiano a una delle 4 reti già citate. In pratica prendono in "affitto" la rete (a prezzi decisi dalla legge). Eccole (tra parentesi la rete di appoggio):

  • Erg Mobile. Appena citata. (Vodafone)
  • Coop Voce. Creata dalla Coop, quella dei supermercati. (TIM)
  • MTV Mobile. Creata dal canale di musica MTV. (TIM)
  • Postemobile. Creato dalle Poste Italiane (Vodafone)
  • A-mobile. Creato dai supermercati Auchan (Wind)
  • BT Mobile. Creato dall’inglese British Telecom, si rivolge solo alle aziende. (Vodafone)
  • Conad INSIM. Direttamente dai supermcati Conad. (Vodafone)
  • Daily Telecom Mobile. Pensato che gli immigrati che parlano all’estero. (Vodafone)
  • Digitel Italia. (3 e TIM)
  • Fastweb. La famosa compagnia telefonica che per prima ha offerto cavi in fibra ottica si lancia anche nel mondo mobile (3 e TIM)
  • Noverca (TIM)
  • Smart Pinoy. Si rivolge ai cittadini filippini (3)
  • Telepass Mobile. Società del gruppo Autostrade. (Wind)
  • Tiscali Mobile. Costola della compagnia telefonica Tiscali. (TIM)
  • Uno Mobile. Creato dai supermecati Carrefour. Ma a questi supermercati piace l’idea della telefonia eh?

E poi ce ne sono altri di cui ho trovato poche info:

  • 50&Più Net
  • Enelmia (è una specie di carta fedeltà dell’ENEL a cui è associato un piano tariffario Wind)
  • ItaliaMobile

Commenti

comments

Popcore

A Voghera dal 2 al 10 maggio c’è stata la mostra "Popcore – Il lato estremo del pop". Carina, molto fumettosa e interessante. Anche perchè alcuni di questi ragazzi sono proprio di Voghera. Per saperne di più visitate il sito

http://www.popcore.org


"Chainsaw massacre right" di Pietro "Morak" Principato

 

Commenti

comments

Alla mia età

Sono stato al forum di Milano a vedere il concerto di Tiziano Ferro. Non sono un gran frequentatore di concerti. In vita mia ne ho visti qualcuno di genere rap (il migliore in assoluto il 31 maggio 1997, leggete l’articolo del corriere del 1 giugno 1997), 4 o 5 di Vasco e altrettanti di Guccini. L’input di vedere Tiziano Ferro è venuto da mia sorella, e così abbiamo organizzato. Non sono un cultore della musica italiana, però questo cantante mi è abbastanza piaciuto fin dalle prime canzoni, e poi l’ultimo album è proprio carino.

Così, detto fatto, ci siamo andati. Devo dire che è proprio bravo sul palco, è un "animale" da palcoscenico. Ovviemante anche la scenografia, bellissima, ha fatto la sua parte, ma lui si muove bene, coinvolge, insomma dal vivo è decisamente bravo. Consigliato.

Commenti

comments

Tendenze della distribuzione

Format Distributivi del settore moda abbigliamento in Italia: situazione e prospettive del piccolo punto vendita

Ottava puntata – Tendenze

La caratteristica comune che può essere riscontrata in questi ultimi anni di sviluppo del moderno sistema distributivo al dettaglio è senza alcun dubbio una sempre crescente pressione competitiva tra le imprese del settore. Concorrenza sia di tipo trasversale, tra formati di imprese appartenenti un tempo a settori ben distinti e non interagenti sotto il profilo competitivo, sia di tipo verticale, coinvolgendo la filiera a monte della distribuzione. Accrescimento del livello concorrenziale che può essere imputato principalmente alla spinta di quattro diverse tipologie di forze riconducibili (S. Castaldo, “L’innovazione di marketing dell’impresa commerciale: una ricerca esplorativa” in Micro & Macro Marketing, Il Mulino, Dicembre 2001):

  • Ad un’innovazione della regolamentazione legislativa (eliminazione della licenza e delle tabelle merceologiche e introduzione della disciplina europea)
  • Ad una interdipendenza competitiva (tendenza alla globalizzazione e introduzione in Italia di grandi catene straniere che non hanno trovato molti vincoli all’ingresso nel mercato, accrescimento della concorrenza verticale – negozi gestiti dai produttori – e orizzontale – marche private)
  • Allo sviluppo tecnologico (diffusione dell’ITC, commercio elettronico)
  • All’evoluzione della domanda (maggiore consapevolezza del cliente, sensibilità alla dimensione esperienziale dello shopping)

I dati attuali e le previsioni indicano, per i prossimi anni, una considerevole crescita dei punti vendita del grande commercio a scapito del commercio tradizionale.
Nella sostanza dei fatti, ciascuna forma distributiva soddisfa esigenze differenti, tali per cui agli occhi della grande maggioranza delle persone la media e grande distribuzione e il piccolo commercio tradizionale sono parti inscindibili e complementari di un medesimo sistema.

 

La grande e media distribuzione è particolarmente apprezzata per la vasta gamma di prodotti che essa propone, per la possibilità, che essa dà, di scegliere in totale autonomia e con calma, per prezzi percepiti generalmente come più contenuti rispetto alle altre forme di distribuzione. Del dettaglio tradizionale, viceversa si apprezza particolarmente il rapporto di fiducia che si instaura tra venditore e cliente, l’assistenza diretta del venditore, l’elevata qualità dei prodotti. Una più efficace convivenza e una complementarietà tra le differenti forme distributive pertanto è possibile.
A fronte del calo del numero dei piccoli punti vendita si denota una crescita delle forme associative tra dettaglianti al fine di ottenere la necessaria forza per stare sul mercato ed economie di scala a livello d’acquisto, di gestione, di vendita, di comunicazione. Lo scenario evidenzia la continua tendenza verso la concentrazione del commercio al dettaglio a seguito delle possibili economie di scala raggiungibili (approvvigionamenti più consistenti e quindi a migliori condizioni, gestione finanziaria unitaria, gestione sistemi informativi, economie di scala di vendita, ecc.). Con il dettaglio più concentrato e rinforzato aumenterà la pressione nei confronti dei fornitori, per avere prezzi più competitivi, maggiore qualità, più servizi, ma anche all’interno del dettaglio stesso.
Questa crescita si concretizzerà simultaneamente in alcune direzioni ben definite: ampliamento delle superfici di vendita, introduzione del libero servizio per quel tipo di prodotti che lo consentono, perdita di considerevoli quote di mercato da parte dei negozi indipendenti in favore della grande distribuzione, soprattutto di grandi magazzini, ipermercati, supermercati, ricorrendo a negozi interni e corner con un’ampia gamma offerta sia a livello di fasce di prezzo che di stile, continua crescita di catene di negozi, sia quelli gestiti dalle imprese produttrici (negozi monomarca), di negozi in franchising, di catene varie, infine nuove tipologie di vendita (vendita per corrispondenza, vendite per telefono, vendita on-line).
Ci troviamo così davanti due ambiti ben precisi e differenziati del commercio al dettaglio, quello tradizionale indipendente e quello organizzato ed associato (grande distribuzione e distribuzione organizzata).
Il dettaglio presenta oggi notevoli punti di debolezza sul fronte organizzativo, ma nel suo insieme registra a livello quantitativo una considerevole cifra di affari. Il commercio indipendente risulta molto vario (negozi tradizionali multimarca, negozi di proprietà delle imprese produttrici, negozi monomarca esclusivisti, shop in shop o corner, ecc.) ma si caratterizza per l’approvvigionamento che viene fatto regolarmente e prevalentemente presso le imprese produttrici o presso grossisti, per la conduzione per lo più familiare con minimo personale impiegato, per prezzi spesso superiori a quelli del commercio associato, per l’elevata specializzazione di vendita in talune categorie di prodotti.
Anche se il commercio indipendente registra oggi un continuo calo dei punti vendita mantiene le quote di mercato. Ciò significa che il consumatore continua a prediligere per i suoi acquisti boutiques e negozi di abbigliamento, dove riesce ad avere ancora un valido supporto da parte del personale di vendita. Il punto vendita diventa una delle motivazioni che invoglia l’acquisto del consumatore, e difatti il negozio specialistico tradizionale è l’unico che mantiene e talvolta rafforza le sue posizioni. La sua validità sta nella profondità e varietà dell’assortimento che può offrire al consumatore sempre più esigente e sofisticato, alle competenze che può mettere a disposizione del cliente e alla cura e attenzione verso quest’ultimo.

La maggiore difficoltà per la grande distribuzione sarà infatti quella di dare un servizio adeguato al cliente. Questi punti vendita proprio per la loro forza dovuta a qualità, prezzo e vasto assortimento porteranno la battaglia concorrenziale ad un livello tale che difficilmente i piccoli negozi, in particolare in alcuni settori, riusciranno a competere con loro, come quello dell’abbigliamento di massa.

Commenti

comments

Estate degli anni '90

Poi le cose presero un’altra piega
Rigoni comprò a credito del materiale rubato
Non pagò
e non credo avesse intenzione di farlo
Piombarono di notte a casa i creditori
ubriachi fradici
Sfondarono la porta d’ingresso a calci
e lo massacrarono di botte
Perse del sangue
l’uso della mandibola per qualche giorno
e per un paio di settimane
la voglia di vivere
Ma quell’estate era stata formidabile
Eravamo al massimo della forma
Io e Leo avevamo portato a casa una cassa di champagne
trovata in qualche angolo durante lo sgombero di una cantina
Bottiglie già scadute
che andavano alla testa appena dopo due sorsi
Passavamo i pomeriggi in cucina
Il sudore ci colava addosso
Rigoni teneva banco
le guance infuocate
Eravamo la cornice di un romanzo medievale
Noi
gli eletti

riuniti in una casa che cadeva a pezzi
immersi nel silenzio dei pomeriggi d’agosto
e fuori
fuori la peste

(erano i Massimo Volume – Stagioni. Ma potremmo essere stati noi…)

Commenti

comments

Doppio invadilo

Ieri sera sono andato a fare la spesa all’Esselunga. Proprio vicino all’entrata ci sono due parcheggi per invalidi. E’ arrivata un’auto e ha parcheggiato esattamente in mezzo, occupandoli entrambi. L’auto aveva l’apposito cartoncino con il simbolo della carrozzina, ma sono scese due donne, presumibilmente madre e figlia, che non sembrava avessero problema alcuno. Hanno chiuso la loro bella macchinetta e sono entrate a fare la spesa. Che tristezza. E notate bene che l’Esselunga ha tantissimissimi posteggi, ha anche il piano interrato. La solita storia sul malcostume italiano?

Commenti

comments

Chi l'ha vista?

Questa foto è stata scattata a Voghera. Chi sa dirmi dove si trova?

Commenti

comments

La distribuzione

Format Distributivi del settore moda abbigliamento in Italia: situazione e prospettive del piccolo punto vendita

Settima puntata – La distribuzione

Qui inizia la seconda parte, relativa alla distribuzione.

Il canale di distribuzione è il percorso che un prodotto segue nel suo trasferimento dal produttore al consumatore o all’utilizzatore finale.
La distribuzione produce il servizio commerciale, definito come “l’insieme di attività necessarie a mettere a disposizione dei consumatori i beni che questi desiderano nei tempi, nei luoghi e nelle modalità desiderate”  (G.Aiello, “Domanda e offerta di servizi commerciali”, Corso di Retail Marketing 2004-2005, Università di Firenze).
Questa definizione, caratterizzata da un’ottica “industriale”, evidenzia essenzialmente il ruolo logistico dell’intermediazione, ma il riferimento alle “modalità desiderate” suggerisce come questo servizio possa essere personalizzato e differenziato attribuendo al distributore un possibile ruolo di marketing autonomo rispetto all’industria.
Nello scenario attuale, dove sempre di più il valore di un prodotto è funzione, oltre che delle sue caratteristiche intrinseche ed estrinseche, anche dei tempi, dei luoghi e dei modi attraverso i quali viene reso disponibile, il ruolo della distribuzione risulta cruciale, in particolare nel settore moda.
I prodotti passano attraverso dei canali distributivi che assumono un ruolo determinante nel raggiungere il consumatore; in particolare essi sono la forza vendita (venditori dipendenti dall’azienda, rappresentanti, agenti, importatori, distributori, concessionari) e il canale distributivo operante sul mercato (ingrosso, grande distribuzione, distribuzione organizzata, dettaglio, vendite per corrispondenza, vendite on-line, outlet, negozi monomarca, ecc).


Questa non c’entra: è la cinghia di distribuzione !!!

Commenti

comments

Buon compleanno

BUON

COMPLEANNO

SCRICCIOLA !

Commenti

comments

Borse da regalo

Ho notato una particolarità. Perché fare acquisti in un negozio piuttosto che in un altro? Per la borsa. Mi spiego meglio: girare per la città con, oppure farsi vedere con, o meglio ancora fare un regalo con… è tutta questione di immagine. Con… con cosa? Ma con le borse del negozio in questione. Cioè spesso si preferisce fare acquisti in determinati negozi, e non in altri, quasi (ripeto: quasi) mettendo in secondo piano l’oggetto acquistato, solo per il fascino, lo stile, lo status-symbol che la borsa "griffata" ci regala.

Fa pensare "io compro da XXX", quindi l’oggetto che ho comprato è sicuramente figheggiante. Questo è marketing spicciolo da quartiere, ma credetemi che in provincia (e non solo) funziona. Vuoi mettere la maglietta simpa presa alle bancarelle e la stessa maglietta presentata in una borsa del negozio tal dei tali? E beh…

Commenti

comments

Parco Palustre di Lungavilla

Finalmente anche io sono stato al famoso o famigerato Parco Palustre di Lungavilla. Dopo averne sentito tanto parlare, ci sono finito quasi per caso. E’ un parco che tra tra Lungavilla, Porana e Pizzale. Ci sono numerosi laghetti e dei sentierini che li collegano. Da Lungavilla si va verso la stazione e si seguono i cartelli. Al contrario, se si arriva da Porana, dopo la stazione si trovano i cartelli.

E’ pieno di pescatori che cercano, come sempre con alterne fortune, di acchiappare qualche pesciolonzo, e ci sono anche tanti turisti, come noi, che sono li per fare un giretto. E’ piacevole sapere che a poca distanza ci sia un posticino così carino. Bravi, bravi.

Commenti

comments

Analfabetismo di ritorno

Dopo il post sul modo di scrivere SMS, ho letto da qualche parti la tesi che potrebbe scomparire l’uso del corsivo a causa dell’uso smodato di SMS. Secondo me è una cazzata. Io, per esempio, li scrivo in corsivo e, se posso, uso le maiuscole e le minuscole.

Altri sostengono che, a causa di questo nuovo modo di scrivere, cioè l’utilizzo di SMS e di email, porti ad una scrittura molto meno formale e molto più simile alla lingua parlata, da cui mutua la scorrettezza grammaticale dovuta all’approssimazione e al poco peso che si dà alla forma. Questo impoverimento della lingua utilizzata è definito analfabetismo di ritorno. Perché "di ritorno"? Perché ormai tutti siamo alfabetizzati, le scuole dell’obbligo ci hanno insegnato a leggere e scrivere. Il problema sta nella perdita graduale di queste capacità dovuta alla pressoché nulla passione per la lettura che hanno gli italiani (si, ok, sto generalizzando, non è proprio così… ma quasi) che disdegnano i quotidiani, leggono solo periodici di massa e aborrono i libri. e soprattutto a queste comunicazioni scritte che non hanno i crismi formali e quindi permettono licenze nell’utilizzo della lingua. Volete un esempio? Io stesso scrivo questi post quasi "di getto", faccio largo uso di segni inusuali come le virgolette, i puntini di sospensione, i punti esclamativi, ecc. Rileggo poco e senza dubbio incappo in ripetizioni, cambio dei tempi dei verbi, scorrettezze lessicali e grammaticali. Ma tant’è: nessuno mi deve dare il voto, è come se scrivessi il mio diario e quindi non mi va di fare il puritano linguistico.

Ma, in realtà, non era di questo che vi volevo parlare oggi.

Volevo estendere il discorso ad un altro aspetto che ormai permea la nostra vita quotidiana: le nuove tecnologie. A mio parere, così come se una volta erano sufficienti le scuole elementari per ritenersi sufficientemente istruito e ora quasi tutti portano a termine gli studi superiori, una volta era sufficiente saper scrivere e far un po’ di conto per ritenersi alfabetizzati, ora è necessario saper fare uso delle tecnologie. Mi spiego in modo chiaro: 70 anni fa se non sapevi scrivere o leggere incontravi parecchi problemi, non solo nel mondo del lavoro, ma anche nella vita quotidiana. Oggi se non sai spedire o ricevere un’email, se non sai cercare un’informazione con Google, non sai spedire un sms, non sai cosa sia YouTube e cose simili… incontri oggettivamente dei problemi, sul lavoro e anche nella vita privata. Se non hai dimestichezza con le tecnologie sei un po’ tagliato fuori. Quanto questo aspetta incida nella nostra vita dipende dal nostro lavoro, dalle nostre abitudini e dalle nostre frequentazioni. Fatto sta che sempre più dovremo nostro malgrado abituarci a queste novità (novità per chi ha più di 20 anni, gli altri ci sono nati in mezzo) (e soprattutto parlo per VOI: io sono abituatissimi, anzi non vedo l’ora che esca una cazzata nuova per adoperarla subito.)

Commenti

comments

Page 124 of 174

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén